AGI - Un vento ancora più testardo di quello che ha convinto i vicini di casa a chiamare i pompieri perché stavano crollando gli alberi del suo giardino. È la raffica di oblio che pare avere trascinato chissà dove ogni traccia lasciata sulla terra da Marinella Beretta, la donna trovata mummificata su una sedia nella sua casa a Como due anni dopo la morte.
La biografia del 'non'
E’ la biografia del ‘non’ quella che stanno incollando gli inquirenti e il Comune: non aveva parenti, anche solo interessati a un' eventuale eredità, non aveva amici, non aveva assistenti sociali, non aveva un amministratore di sostegno. Resta da capire, apprende l’AGI, se almeno avesse un medico curante.
La Procura lo cerca per chiudere senza alcuna titubanza un’indagine che in realtà non ha mai fatto affiorare il minimo dubbio su una possibile morte violenta perché tutto era in ordine accanto a lei e quello che resta di Marinella fa pensare a un momento ordinario della sua vita. A tavola. Il medico sarebbe importante per sapere se fosse in cura per qualche patologia che potrebbe spiegare la sua fine.
La testimonianza del vigile del fuoco
Aveva venduto la sua casa in via privata Comun Oppidum a Prestino, una zona periferica di Como, conservandone però l’usufrutto a vita. Il nuovo proprietario, uno svizzero, ha chiamato le forze dell’ordine dopo essere stato avvertito dai vicini di quel vento che spezzava i rami. Ha spiegato di versare ogni mese un bonifico di 500 euro alla signora ma di non avere altri contatti con lei. Parlavano attraverso le coordinate del conto corrente.
Una fonte dei Vigili del Fuoco dice che "della donna sulla sedia è rimasto davvero poco e quel poco era mummificato”. Nemmeno, aggiunge, “quei poveri resti emanavano odori”. Non puzzava nemmeno Marinella, non ha dato fastidio a nessuno. Senza quel vento, chissà se l’avrebbero mai trovata.