AGI - L'autopsia sul corpo di Liliana Resinovich non ha svelato le cause della morte della donna. “Nella mattinata odierna - sottolinea un comunicato della Procura di Trieste - è avvenuto il riconoscimento del corpo della donna per quello appartenuto in vita a Liliana Resinovich: è stato operato con esito positivo prima dal fratello e dalla cugina di lei, e successivamente dal marito. Nel pomeriggio è stata eseguita l’autopsia da parte del consulente di questa Procura Fulvio Costantinides, alla costante e collaborativa presenza del prof. Moreschi, nominato consulente di parte dal fratello della donna. Secondo il medico-legale, non sono stati rilevati traumi da mano altrui atti a giustificare il decesso. Infatti il referto autoptico attribuisce la causa della morte a ‘scompenso cardiaco acuto’ e precisa che altri accertamenti sono in corso”.
“È dunque evidente – prosegue la nota della Procura di Trieste - che per conoscere con attendibilità l’effettiva causa del decesso, è necessario attendere gli esiti degli esami tossicologici che sono stati appena disposti – i cui risultati non saranno disponibili, prevedibilmente, prima di trenta giorni – nonché gli esiti delle complessive investigazioni avviate da questo Ufficio e delegate alla Squadra Mobile di Trieste nonché alla Polizia Scientifica”.
“Al momento, non v’è ragione per modificare la rubricazione del fascicolo processuale, aperto all’indomani della scomparsa di Liliana Resinovich a carico di ignoti per l’ipotesi di sequestro di persona ex art. 605 del codice penale: infatti allo stato non vi sono motivi per privilegiare l’ipotesi che il decesso sia avvenuto a causa di condotte altrui rispetto a quella del decesso avvenuto per mano propria”.
Domani il magistrato titolare del procedimento, il sostituto procuratore Maddalena Chergia, emetterà il nulla osta al seppellimento della salma, non appena avrà formalmente acquisito il referto autoptico.