AGI – “Con l’introduzione del green pass per gli avvocati e l’obbligo vaccinale per gli over 50 il cittadino perde il diritto di scegliersi il legale che desidera”. Lo dice all’AGI Vinicio Nardo, presidente dell’Ordine degli Avvocati di Milano. “La figura dell’avvocato fa parte della giurisdizione assieme agli inquirenti e ai giudicanti ma è diversa da quella del magistrato che si uniforma allo Stato – ragiona -. Se non c’è un pubblico ministero lo sostituisce un altro, quello che conta è l’ufficio della Procura, mentre quella del difensore è una scelta strettamente personale del cliente. Il rapporto tra un cittadino e il suo avvocato vince su qualsiasi cosa, è un presupposto fondamentale del diritto di difesa. È una diade indissolubile”.
"Una visione molto pericolosa"
A fare la differenza, secondo il penalista, è la tempistica con cui è maturata questa decisione: “Si poteva risolvere il problema senza mettere in crisi il diritto di difesa stabilendo subito l’obbligo di green pass per tutte le parti. Invece il 16 settembre 2021 il governo decideva misure urgenti per consentire il 'pieno svolgimento dei procedimenti' stabilendo l’obbligo per magistrati e personale amministrativo ma lasciando fuori avvocati, testimoni e parti del processo”.
Ora “testimoni e parti continuano a essere esenti, mentre gli avvocati no e si decide di continuare a fare i processi ma sacrificando qualcosa del diritto alla difesa”. Altro elemento di preoccupazione per Nardo è il contesto in cui arriva questa novità: “Sta emergendo una visione dell’avvocato che i più non vedono, perché impegnati nella battaglia ideologica pro e no vax, che è molto preoccupante proprio mentre le commissioni che stanno redigendo i decreti legislativi sulla riforma dei codici vogliono tradurre in norme le esperienze della pandemia, che suggeriscono una 'smaterializzazione' del processo con, per esempio, le udienze a distanza. Questa visione che sacrifica il diritto alla difesa è molto pericolosa”.
"Sbagliato che il governo decida che non avere il pass non è legittimo impedimento"
E c’è un particolare che sembra tecnico ma che riconduce a questa visione che inquieta il rappresentante degli avvocati milanesi: “Il governo dice che non costituisce un legittimo impedimento non avere il green pass. In sostanza l'esecutivo invade il terreno del giudice che ha sempre avuto il compito di svolgere valutazioni nel caso singolo sull’esistenza o meno dell’impedimento. Se anche ci fosse una motivazione ragionevole, mi viene in mente che quel giorno il legale non è riuscito a trovare un posto dove fare il tampone, il giudice non può a priori dichiarare l’impedimento”.
Nardo “confida che l’avvocatura nel suo insieme si ponga il problema, che emerga una sensibilità su questi temi. Ci sono dei ricorsi, è vero, ma entrano nella disputa scientifica in cui non voglio entrare perché credo ci si debba affidare alla scienza anche se può sbagliare. Invece faccio un discorso vecchio come il mondo: nei momenti di emergenza passano cambiamenti che poi restano nell’ordinario e sacrificare il diritto alla difesa ci deve preoccupare molto”.