AGI - Sono aperte le iscrizioni scolastiche. E, stando al portale Skuola.net che ha sviluppato l'Osservatorio sugli studenti di terza media, chiamati forse a fare la scelta più importante, ben 3 su 4, su 1000 ragazzi intervistati nei giorni scorsi, hanno già deciso a quali istituti superiori iscriversi. Il 22% di loro ha affermato che la pandemia ha influito sulla decisione, cambiando le intenzioni iniziali. Rimane il gap generazionale studenti-genitori: i primi stanno superando quei pregiudizi verso le scuole tecniche, che invece ancora permangono tra gli adulti. Il 60% continua a preferire il liceo, gli istituti tecnici e professionali sembrano attirare circa 1 studente su 3. Uno studente su 5 non ha mai svolto attività di orientamento a scuola e non ha mai ricevuto un consiglio orientativo, che secondo il MI andrebbe "reso noto ai genitori e agli esercenti la responsabilità genitoriale degli alunni in tempo utile per l'iscrizione alla scuola secondaria di secondo grado".
"Qualcosa sta cambiando: 12 mesi fa gli indecisi a pochi giorni dall'inizio delle iscrizioni alle scuole superiori erano quasi il 40%. Oggi sono solo, si fa per dire, il 25%. Uno dei dati più bassi di sempre registrati dal nostro tradizionale Osservatorio sull'Orientamento Scolastico", commenta il direttore di Skuola.net, Daniele Grassucci. "Ma il merito non è nè della scuola, dove le attività di orientamento ancora faticano a ingranare, nè delle famiglie, che continuano a rimanere legate a preconcetti su ipotetiche scuole di serie A e di serie B. Il merito è tutto dei ragazzi, che stanno dimostrando agli adulti come reagire alle avversità".
Ormai solo uno studente di terza media su 4 pensa che solo i licei preparino meglio al futuro (di studi o lavorativo) e la quota si assottiglia di anno in anno. I colpevoli dell'eccessiva "licealizzazione" restano soprattutto i genitori: in oltre la metà dei casi (54%) - a detta dei figli - in casa sono ancora convinti che gli indirizzi liceali siano l'unica scelta di qualità. Un vero problema per quel quarto abbondante di studenti (27%) per cui la famiglia avrà un "peso" determinante (o quasi) nella scelta della scuola, ma soprattutto per quel 13% che nutre orientamenti diversi dai genitori. Per fortuna, il 71% dice che la decisione sarà del tutto personale e autonoma.
Una scelta che, pero', per molti continua ad avvenire "al buio", come accaduto in passato a tanti loro predecessori. In attesa che il PNRR porti con sè - come annunciato - una riforma dell'Orientamento, solamente il 27% degli studenti di terza media afferma di aver svolto attività in questo ambito sin dallo scorso anno scolastico. La prassi più comune - come riporta il 51% degli intervistati - è quella di iniziare direttamente in terza media e, tutto sommato, è sempre meglio che non fare proprio nulla, come accaduto agli altri (il 22%).
Inoltre, in parecchi casi (24%), a fare orientamento ci hanno pensato i docenti interni all'istituto. Forse anche per questo, pur essendo stato aiutato dalla propria scuola, il 15% non ha trovato alcun utilità dall'orientamento e al 49% ha chiarito solo una parte dei propri dubbi. Istituti che avrebbero potuto fare molto di più anche su un altro punto: il consiglio orientativo, ovvero quel documento con cui gli insegnanti, assieme, danno al singolo alunno una visione di quali potrebbero essere i percorsi superiori più adatti a lui. Ebbene, a fine dicembre un quarto degli studenti di terza media (23%) non l'aveva ancora ricevuto e il 36%, pur avendolo avuto, lo ha ritenuto di scarsissimo supporto.