AGI - La riapertura delle scuole dopo la pausa natalizia e l'aumento dei contagi Covid sono i temi su cui il governo e le regioni si stanno confrontando. Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha incontrato a Palazzo Chigi i ministri dell'Istruzione, Patrizio Bianchi, e della Salute, Roberto Speranza, e il commissario all'emergenza Covid, Francesco Paolo Figliuolo, mentre le regioni dal canto loro hanno elaborato un documento con delle proposte all'esecutivo per gestire la situazione.
Le proposte regionali
"Per la scuole dell' infanzia, considerata l'assenza di copertura vaccinale e l'impossibilità di applicare le misure di prevenzione (es. distanziamento, mascherina) con la presenza di un caso, le Regioni - si legge nel testo visionato dall'AGI - propongono una quarantena di 10 giorni e stop della frequenza, con il rientro con test antigenico o molecolare effettuato al 10 giorno.
Per quanto riguarda le scuole primarie e le scuole secondarie di primo grado per i soggetti di età inferiore ai 12 anni si evidenzia come la copertura vaccinale sia bassa ("La campagna vaccinale èrecentemente avviata", si sottolinea) e che i contatti sono a basso rischio riguardo la diffusione della variante Omicron. Quindi alla presenza di un solo caso a scuola i contatti restano in classe in autosorveglianza con raccomandazione di astenersi dalla frequentazione di ambienti differenti dalla scuola. Alla presenza di due o più casi si propone la quarantena di 7 giorni con test antigenico o molecolare effettuato tra il 5 e il 7 giorno.
Per quanto riguarda le scuole secondarie di primo grado (per i soggetti di età uguale o superiore ai 12 anni) e secondo grado, la copertura vaccinale viene ritenuta alta (circa il 70%). E quindi fino a 2 casi: i contatti restano in classe in autosorveglianza con raccomandazione di astenersi dalla frequentazione di ambienti differenti dalla scuola e dell'utilizzo di FFP2. In presenza di 3 o più casi la proposta è di una quarantena di 7 giorni con test antigenico o molecolare effettuato tra il 5 e il 7 giorno.
"Per i soggetti che si siano già sottoposti alla dose booster, o vaccinati con ciclo completo primario da meno di 120 giorni o guariti da meno di 120 giorni è prevista auto-sorveglianza e esecuzione test solo alla comparsa di sintomi", si legge nel documento.
Per quanto riguarda i soggetti sintomatici è prevista l'effettuazione del test, e le conseguenti misure di isolamento, in accordo con le indicazioni del ministero della Salute. Resta ferma - si legge ancora nel documento - la possibilitàdell'Asl di adottare ulteriori provvedimenti di sospensione della didattica in presenza nella singola scuola/istituto in funzione della specifica situazione e del numero di casi identificati in tale contesto".
La richiesta di un parere del Comitato tecnico scientifico
Sul rientro in classe, inoltre, le Regioni chiedono una presa di responsabilità dei membri del Comitato tecnico scientifico. Secondo quanto apprende l’Agi, nel corso della riunione della commissione Salute della Conferenza delle Regioni è emersa la richiesta che siano gli esperti, sulla base delle evidenze scientifiche, a suggerire se aprire o non aprire, indicando le motivazioni.
"Le regioni ritengono che l’attuale andamento epidemico necessiti di una profonda rivalutazione complessiva di tutti gli aspetti di gestione della pandemia, rivalutazione che deve partire da un preciso punto della situazione, anche in termini di proiezioni e simulazioni degli scenari di breve, medio e lungo termine, a partire da uno specifico lavoro in sede di Cts, anche in collaborazione con la Commissione Salute. Le caratteristiche dell’attuale contingenza interessano moltissimi aspetti e sono inedite rispetto ad altre fasi della pandemia, ne è esempio la classificazione dei ricoveri Covid che nei prossimi giorni arriverà a rendicontare per la maggioranza dei casi pazienti asintomatici ricoverati per altre patologie". È quanto si legge nel documento approntato dalle Regioni sul tema della scuola e visionato dall'AGI.
"Si ritiene che uno specifico parere del Cts, che evidenzi una ricaduta non negativa della riapertura scolastica sull’andamento pandemico, debba essere posto alla base della decisione circa la riapertura delle scuole, considerando anche la ricaduta che tale riapertura può avere sugli altri contesti (trasporti). A fronte di tale parere la Commissione Salute riporta di seguito una proposta di gestione dei casi scolastici che è stata formulata avendo a riferimento quanto ad oggi è, con grandi difficoltà, sostenibile dai sistemi sanitari regionali".
Minsitero non torna indietro sulla riapertura il 10 gennaio
Il ministero dell'Istruzione ha ribadito che il ritorno a scuola in presenza non è stato mai messo in discussione. "La nostra volontà - ha spiegato la sottosegretaria Barbara Floridia - è di ripartire in presenza, al massimo il 10 gennaio. Posticipare il rientro a scuola non mette in tutela i ragazzi, anzi pensiamo che il ritorno possa garantire un rientro sicuro".