AGI - Gergely Homonnay, lo scrittore ungherese attivista dei diritti Lgbt trovato morto in una sauna a Roma, "aveva molto paura che gli potessero fare del male": a raccontarlo sui social è una sua amica, la teologa magiara Rita Perintfalvi, che aveva trascorso con lui quattro giorni nella capitale italiana prima di Natale.
"Mi si spezza il cuore, non capisco e non ci posso credere", ha scritto la donna, "Gergely Homonnay è morto. Ho trascorso 4-5 giorni prima di Natale con lui ed Erzsi (un'amica, ndr) a Roma, abbiamo intrecciato molti progetti comuni. Gergely era felice e innamorato, ma aveva molta paura che gli potessero fare del male".
Homonnay viveva a Roma ed era conosciuto dal 2018 per il suo impegno a favore dei diritti civili e della comunità Lgbt, in polemica con il governo di Viktor Orban di cui era un convinto oppositore. Nelle ultime settimane aveva diffuso sui propri canali social messaggi di critica a Katalin Novak, la ministra della Famiglia candidata da Orban alla presidenza della Repubblica nell'elezione in programma a fine gennaio.
Il 2 dicembre era stato condannato in patria per diffamazione proprio per aver definito "un orribile verme nazista" la 44enne, astro nascente del partito conservatore Fidesz. Lo scrittore 52enne è stato trovato morto all'alba di Capodanno nel bagno turco di un club privato di via Pontremoli, nel quartiere San Giovanni. Sul corpo dell'uomo non sono stati trovati segni di violenza. Il pm di turno ha disposto l'autopsia che sarà effettuata all'Istituto di medicina legale di Tor Vergata. Si sospetta che a ucciderlo sia stato un mix letale di sostanze stupefacenti.
Sarà effettuata domani l'autopsia. Nel fascicolo aperto a piazzale Clodio si procede per l'ipotesi di morte come conseguenza di altro reato. Gli inquirenti hanno anche sequestrato il cellulare della vittima.