AGI - Il sindaco leghista di Pavia Fabrizio Fracassi avrebbe ricevuto pressioni dalla segreteria locale del suo partito ‘oltre’ la normale dialettica politica per appoggiare il candidato Giovanni Palli alle elezioni provinciali che si svolgono sabato 18 dicembre.
E’ l’ipotesi intorno alla quale ruota l’inchiesta della Procura di Pavia che ipotizza il reato di traffico di influenze illecite in un contesto molto particolare che vede contendersi l’incarico di presidente della Provincia tra due uomini della stessa area: Palli, appunto, scelto dalla segreteria del partito, e Angelo Bargiggia, indicato da alcuni sindaci e consiglieri 'dissidenti' della Lega e poco gradito soprattutto al segretario provinciale Jacopo Vignati.
La registrazione che proverebbe il ricatto
Fracassi è stato sentito ieri come persona informata sui fatti in Procura e, sul fronte politico, a due consiglieri comunali di opposizione che gli hanno chiesto conto del suo confronto col magistrato ha spiegato in serata, prima della seduta, di non volere dire nulla vista la riserbatezza di un'indagine in corso. Era stato proprio lui con un post su Facebook ad alludere a un possibile ricatto parlando di “consiliatura tenuta sotto scacco” per la richiesta di appoggiare Palli oppure di vedersi bocciare il bilancio. Sul tavolo della magistratura ci sarebbe anche una registrazione da cui si evincerebbe che Fracassi sarebbe stato invitato a seguire la linea del partito o altrimenti sarebbe stato messo in grossa difficoltà nel proseguire il suo mandato.
Secondo quanto riportato dalla 'Provincia Pavese' altri amministratori dell'Oltrepo pavese sarebbero stati chiamati in Procura come testimoni.
Il post in cui parla di "dignità incomprimibile"
“La dignità politica è un valore incomprimibile – queste le parole di Fracassi su Facebook -. Sono giorni di fibrillazione per il centrodestra, che si appresta a votare per il futuro presidente della Provincia in un clima di tensione solo in parte comprensibile. Dispiace perché a perderci è il confronto tra le idee e le proposte, mentre sembrava prevalere l’obbiettivo di ‘perseguire’ ed escludere i ‘non allineati’”.
E poi, l’attacco ai vertici locali del partito: “Le sorti del bilancio di Pavia sono state messe a rischio come contropartita di una mia necessaria presa di posizione a favore di un candidato. Nel momento in cui mi è stata rappresentata la possibilità di far saltare il numero legale necessario per l'approvazione del bilancio, se non avessi speso una parola di endorsment per il candidato dei partiti, ho provato uno stato di perplessità e pensando che l'approvazione del bilancio venisse prima di qualsiasi manovra sulle elezioni provinciali, ho pensato di firmare una dichiarazione abbastanza generica che garantisse il numero legale in consiglio la sera stessa”.
Alla fine, Fracassi ha dunque appoggiato Palli, ma ora la magistratura vuole capire se la sua sia stata una retromarcia imposta con metodi che possono far prefigurare un reato.