AGI - È il pomeriggio inoltrato di martedì 14 dicembre, intorno alle 17.45, quando i vigili del fuoco trovano l'ultimo disperso, Giuseppe Carmina, 33 anni, figlio del 59enne Calogero, individuato meno di un'ora prima. Così diventano 9 le vittime estratte dalle macerie, drammatico bilancio definitivo della tragedia di Ravanusa. E c'è chi aggiunge il piccolo Samuele che sarebbe dovuto nascere questo mercoledì, figlio di Selene e Giuseppe, anche loro morti nell'inferno di gas, fiamme e cemento.
Il sindaco: "Ora la verità"
Il sindaco Carmelo D'Angelo, con in testa l'elmetto protettivo, è stato presente per tutto il tempo alle operazioni e tocca a lui interpretare il sentimento della sua comunita': "Abbiamo sperato fino all'ultimo di trovare persone vive. Purtroppo e' finita nel modo piu' tragico. La ferita e' grande, adesso e' importante - avverte - accertare la verita' e dare conforto ai familiari". Padre e figlio sono stati trovati vicini, nel garage del palazzo esploso sabato sera.
A indirizzare i vigili del fuoco nel locale posto sotto l'edificio di quattro piani, era stata la moglie di Giuseppe che aveva accompagnato li' marito, il quale doveva prendere velocemente la sua Volkswagen. La donna si era allontanata e poco dopo e' avvenuto lo scoppio che ha devastato un intero isolato e l'animo di questo paese dell'Agrigentino di 10 mila anime.
Giuseppe era il papà di due figlie di 5 e 7 anni, "un padre pieno di attenzioni e di amore per le sue piccole", ricordano alcune amiche, "erano la sua luce e la sua gioia", come del resto "per la moglie", aggiungono. La coppia, ricordano, "da sempre stava insieme ed era unitissima, felice per le loro figlie".
La vicinanza del Papa
Papa Francesco ha rivolto "ai congiunti dei defunti l'espressione del suo cordoglio e sentimenti di intensa partecipazione al dolore dell'intera popolazione, portando "nel cuore la sofferenza di tante persone, causata anche dagli ingenti danni che gravano su molti", e manifestando "accorata vicinanza" e "apprezzamento per quanti si sono prodigati nelle operazioni di soccorso".
L'inchiesta
Il sindaco reclama verità e, adesso che i corpi sono stati tutti recuperati, la parola passa all'inchiesta aperta dalla procura di Agrigento per disastro e omicidio colposi. Di cui è tassello essenziale il decreto di sequestro dell'area del disastro di Ravanusa - la zona del 'cratere' e quella limitrofa per complessivi 10 mila metri quadri - che attendeva per divenire operativo il ritrovamento degli ultimi due dispersi.
Una volta liberata massivamente dai detriti e inibita del tutto, nell'area potra' operare anche la squadra di periti nominata dalla procura diretta da Luigi Patronaggio, chiamata a contribuire a definire le cause dell'esplosione e la natura dell'innesco. Le indagini sono state delegate ai carabinieri che ipotizzano un accumulo sotterraneo di una grande quantità di gas.
Italgas Reti intanto fa sapere di aver ha eseguito i controlli sulle segnalazioni pervenute in merito a dispersioni di gas segnalate nell'abitato di Ravanusa. Tre segnalazioni riguardanti le vie Calabria, San Francesco e Galileo Galilei. A seguito di verifiche, per due di esse non sono state rilevate alcune perdite; per una terza i tecnici hanno provveduto alla sostituzione di un breve tratto di tubazione di piccolo diametro, posto al limite della sede stradale.
Dislocato un presidio stabile di Pronto intervento e d'intesa con l'amministrazione comunale ha predisposto un'attivita' straordinaria di monitoraggio dell'intera rete cittadina. La societa' "sta garantendo la massima collaborazione con le autorita' e sta mettendo in campo tutte le tecnologie e risorse disponibili a supporto del territorio colpito dal tragico evento".
Quei corpi tratti dalle macerie
Tre corpi erano stati recuperati domenica: il professore di storia e filosofia Pietro Carmina, 68 anni, la moglie Carmela Scibetta, dirigente del Comune di Ravanusa, e Calogera Gioacchina Minacori, di 59. Le altre quattro lunedi' mattina: Selene Pagliarello, 30 anni, e il marito Giuseppe Carmina, 35, insieme al padre di quest'ultimo - Angelo - e alla madre Enza Zagarrio, 69 anni, che abitavano al terzo piano. Selene e Giuseppe, avevano celebrato le loro nozze lo scorso 10 aprile: la trentenne infermiera del pronto soccorso dell'ospedale San Giovanni di Dio, era andata a trovare i suoceri col marito.
Il piccolo Samuele
Selene e Giuseppe erano di Campobello di Licata, anche questo un paese in lutto: "Doveva essere una grande festa e invece e' stata una grande tragedia. Il piccolo Samuele, figlio di Selene e Giuseppe, doveva nascere questo mercoledi' quando era programmato il parte cesareo... così in realtà le vittime non sono 9, ma 10", dice ad AGI il sindaco di Campobello di Licata, Giovanni Picone.
"Oggi si peraltro è laureato il fratello di Selene con 110 e lode in Lingue, anche se non ha potuto ovviamente discutere la tesi... era tutto pronto per una grande festa e invece siamo qui nella disperazione. Davvero Selene era la figlia di tutti, generosa, impegnata nel sociale, faceva volontariato e servizio civile. Le nostre citta' sono legate da sempre da rapporti di vicinanza, di amicizia, di parentela. Tante famiglie sono presenti in entrambe le comunià. Il giorno dei funerali sarà proclamato il lutto cittadino. Possano tutti loro riposare in pace".