AGI - È un 62enne originario di Piazza Armerina, in provincia di Enna, e residente a Torino, Luigi Oste, l’uomo fermato dalla polizia perché sospettato di avere ucciso Massimo Melis, l’operatore della Croce Verde freddato con un colpo di pistola alla tempia il primo novembre.
Oste si era invaghito di Patrizia Cataldo, dipendente di un bar della periferia nord di Torino, con cui Melis aveva ricominciato a frequentarsi dopo una precedente relazione.
La donna aveva sempre respinto le avance del presunto assassino, che in preda alla gelosia quella sera ha deciso di pedinare i due. Quando Melis ha accompagnato la donna a casa ed è rientrato in auto, Oste ha aperto la portiera e ha sparato a bruciapelo. Vittima e assassino abitano a poche centinaia di metri di distanza l’uno dall’altro.
“Un gesto folle, crudele e insensato ha spento la vita di Massimo”, ha detto il parroco della chiesa Sant’Antonio da Padava, celebrando il funeraledi Massimo Melis.
I colleghi della Croce Verde hanno ricordato che quella di Massimo “è una morte improvvisa e inaccettabile per tutti noi. Perdiamo un operatore di pace, la cui vita si è contraddistinta per gesti di altruismo. Una persona mai arrabbiata, sempre allegra, a disposizione di chi aveva bisogno”.
Dopo un lungo applauso, un’amica ha letto un messaggio scritto da Monica, la sorella della vittima: "La tua casa ora è il tutto, sei ovunque adesso. Visto che lo sai fare, colora il mondo”.
Luigi Oste era stato arrestato a giugno per resistenza a pubblico ufficiale e lesioni dopo un incidente stradale.
Oste, già notoalle forze dell'ordine per reati contro il patrimonio e droga, vive nello stesso quartiere della vittima e di Patrizia Cataldo, la donna con cui Melis in passato aveva avuto una relazione e che aveva ricominciato a frequentare.
Un’amicizia che ha scatenato la gelosia di Oste, che quest’estate aveva conosciuto Cataldo al bar della zona in cui la donna lavora. Un corteggiamento che non aveva sortito alcun effetto nella donna, che ha sempre respinto le avance del 62enne.
Quella sera Oste ha aspettato che Melis accompagnasse Patrizia a casa, quindi si è avvicinato all’auto e ha esploso un solo colpo da un revolver calibro 38 (ancora non recuperato).
Il proiettile ha attraversato la testa finendo la sua corsa nella portiera opposta. Dopo il delitto, Oste ha ripreso normalmente la sua vita, come se nulla fosse accaduto.