AGI - Alessandro Pasini, accusato di avere ucciso Sabrina Beccalli, è stato assolto dall'accuso di omicidio volontario e condannato a sei anni per i reati di incendio e distruzione di cadavere. Lo riferisce all'AGI il suo legale, Paolo Sperolini. La sentenza è dei i giudici del Tribunale di Cremona che lasciano così un punto interrogativo sulla fine della donna trovata morta a 39 anni nella sua Fiat Panda data alle fiamme la notte del 15 agosto del 2020 nel Cremasco.
Dopo essere stato assolto dall'accusa di avere ucciso Beccalli, Pasini, 46 anni, è già uscito dal carcere di Monza dove era detenuto in custodia cautelare. "La condanna a sei anni per incendio e distruzione di cadavere verrà scontata solo se dovesse diventare definitiva. È stato quindi subito scarcerato perché assolto dall'omicidio".
"Una sentenza assurda"
"È una sentenza assurda, che ci lascia attoniti e non sta né in cielo né in terra" dice all'AGI l'avvocato Ennio Antonino Andronico che assiste la famiglia Beccalli (tre fratelli e il figlio) "Siamo allibiti anche perché è stato assolto con la formula 'il fatto non sussiste'. Dovrebbero dirci allora di cosa è morta questa ragazza visto che non c'è prova di altro. Droga? No perché lo stesso imputato ci ha detto che hanno consumato un grammo di cocaina e non si muore per mezzo grammo. E poi perché lui avrebbe incendiato l'auto? È una cosa che non sta né in cielo né in terra. Le motivazioni saranno tra 30 giorni, vedremo. Confidiamo in un appello della Procura".
La versione della difesa
"Siamo soddisfatti della sentenza. Pasini è stato condannato per i reati che aveva confessato, incendio e distruzione del cadavere, e assolto da quello di omicidio da cui si è sempre detto estraneo. Forse Sabrina è morta per un malore" ha detto l'avvocato Paolo Sperolini "L'assoluzione con la formula 'il fatto non sussiste' sembrerebbe alludere alla possibilità che la donna non sia stata ammazzata ma sia morta per altra causa: "Forse per un malore o una caduta" ipotizza il legale, spiegando che erano stati effettuati accertamenti sui resti della Beccalli dal cui esame, per l'esiguità del materiale autoptico, non poteva provenire con certezza un responso sulle cause. Il rapporto tra i due, chiarisce, "era di amicizia, erano amici da molto tempo".
Tutte le ipotesi sulla morte fatte durante le indagini
Secondo il gip Giulia Masci, che ne aveva convalidato l'arresto, Pasini doveva restare in carcere perché aveva mostrato “lucidità e spregiudicatezza nel cagionare la morte di Sabrina Beccalli e nell'avere poi pianificato una efficiente distruzione delle prove del reato commesso, facendo sparire il corpo”.
Era emersa anche l'ipotesi che Pasini avesse intenzione di far esplodere col gas l’abitazione della sua ex compagna nella quale, per gli inquirenti coordinati dal procuratore Roberto Pellicano, Sabrina sarebbe stata uccisa.
Come, lo aveva racconta la testimone M.C. La donna ha riferito che “il 15 agosto alle 5 del mattino aveva chiamato il 112 per informare i carabinieri di avere sentito provenire dalla zona di Porto Franco a Crema (dove era a conoscenza che vivesse la ex convivente di Pasini, S.L., in quei giorni in Sicilia per trascorrere le vacanze estive) delle urla sofferenti di una donna che con voce strozzata gridava più volte `Aiuto, aiuto, no». E ancora, verso le 14 e 30, «affacciandosi alla finestra del balcone posto proprio di fronte all'appartamento della S.L. notava Pasini transitare in via Porto Franco col suo monopattino».
Sentita dai carabinieri. S.L. aveva confermato di avere avuto una relazione con Pasini, da lei denunciato per violenze, «e di avere deciso di troncare il rapporto con lui il 3 agosto». Stando al suo racconto, Pasini se n'era andato ma «aveva a disposizione le chiavi del suo appartamento in quanto lei stessa gliele aveva lasciate, su richiesta di Pasini, sotto la sella dello scooter di quest'ultimo».
Pasini aveva ammesso che Sabrina è morta nell’appartamento della sua ex ma «a seguito di un'overdose di cocaina ed eroina e non di un atto violento» . Sul punto, evava scritto il gip, "si ritiene che Pasini abbia posto in essere un atto violento nei confronti della Beccalli per poi occultare il corpo».
Il magistrato aveva valorizzato le dichiarazioni della testimone. «Deve ritenersi che la voce strozzata appartenesse certamente a Sabrina che, tuttavia, se avesse avuto un malore, non avrebbe avuto motivo di chiedere aiuto, seguito dal `no´, come a voler chiedere di interrompere un'azione in atto, potendo rivolgersi proprio a Pasini che era nella camera del lei».
A «dire dell'indagato», infatti, è la tesi del gip, «non vi erano motivi di risentimento, ma anzi un'amicizia pluriennale e anche perché i due avevano trascorso insieme la notte consumando coca a più riprese».
Quello che è sempre apparso certo è che la fine di Sabrina abbia avuto come scenario quello del consumo di droga suo e di Pasini.
«Pasini era un ragazzo che si vedeva con Sabrina per questioni legate alla droga, non c'era nessuna relazione tra loro. Lei spesso andava a casa di Ale per fare uso di stupefacenti», aveva spiegato un amico di lui ai carabinieri.