AGI - I cittadini non comunitari con regolare permesso di soggiorno in Italia sono diminuiti di circa il 7%, passando da 3.615.826 a 3.373.876 (dall’1 gennaio 2020 all’1 gennaio 2021). Lo rileva l’ultimo report dell’Istat.
Concentrando l’attenzione sulle prime dieci cittadinanze, per tutte si registrano diminuzioni: dal -1,9% dell’Egitto al -8,5% dell’Albania.
“Per la collettività albanese – si legge nel documento - il calo dei permessi può essere ricollegato anche alle numerose acquisizioni di cittadinanza che portano a una contrazione dei permessi di lungo periodo (come avviene anche per la comunità marocchina), i quali in generale per le altre collettività tendono ad aumentare”.
La crescita relativa dei permessi di soggiorno di lungo periodo (che si attestano al 64,4% del totale dei permessi) è in generale piuttosto contenuta.
In questo caso resta stabile intorno al 22% la quota di minori, a conferma della rilevante presenza di giovani fra i cittadini non comunitari.
È bilanciata la distribuzione tra i sessi: 49,5 donne ogni 100 cittadini non comunitari presenti in Italia, un equilibrio che nasconde in realtà situazioni molto differenziate all'interno delle diverse collettività: le donne sfiorano il 79% del totale nella comunita' ucraina ma rappresentano il 29,7% della collettivita' del Pakistan.
Con riferimento alle sole motivazioni dei soli permessi con scadenza - ad esclusione quindi dei soggiornanti di lungo periodo - il 52% dei cittadini non comunitari si trova in Italia per motivi di famiglia, il 27,8% per lavoro e il 13,6% per motivazioni connesse alla protezione internazionale.
Anche se il Mezzogiorno rappresenta una porta di ingresso per molti migranti non comunitari, la loro presenza si concentra nel Centro-nord.
All'1 gennaio 2021 solo il 14% dei permessi e' stato rilasciato o rinnovato nel Mezzogiorno dove a causa della riduzione dei flussi in arrivo, la diminuzione dei regolarmente soggiornanti è stata più sensibile tra il 2020 e il 2021.
Con la pandemia crollo ingressi non comunitari (-40%)
Nell'anno della pandemia crollano gli ingressi di cittadini non comunitari. Secondo l'ultimo report dell'Istat ("Cittadini non comunitari in Italia. Anni 2020-2021"), l'anno passato sono stati rilasciati in Italia circa 106.500 nuovi permessi di soggiorno a cittadini non comunitari, il numero più basso degli ultimi dieci anni, quasi il 40% in meno rispetto al 2019.
In calo soprattutto i nuovi permessi concessi per studio (-58,1% rispetto all'anno precedente) e i permessi per asilo (-51%).
Già tra il 2018 e il 2019 era stata rilevata una netta diminuzione (-26,8%) dei nuovi permessi emessi, ma "la limitazione degli spostamenti dovuta alla pandemia - rileva l'Stat - ha comportato una ulteriore sensibile diminuzione; a questo si deve aggiungere che la pandemia ha comportato anche un ritardo nella lavorazione delle pratiche che potrebbe aver contribuito al basso numero di permessi concessi".
Nella seconda metà del 2020, infatti, il Viminale ha registrato un aumento notevole degli sbarchi che solo in parte si è tradotto in una crescita dei permessi di soggiorno rilasciati, "probabilmente per il ritardo nel disbrigo delle pratiche".
Anche l'esame delle richieste di regolarizzazione avanzate in base all'articolo 103 del dl 34/2020 "è risultato più lento rispetto a quanto avvenuto per le precedenti regolarizzazioni (pochissimi i casi esaminati entro il dicembre 2020) e verosimilmente saranno i flussi del 2021 a risentire del procedimento di regolarizzazione".
Nel generale calo degli ingressi, alcuni Paesi di cittadinanza hanno fatto registrare decrementi particolarmente evidenti: è il caso di Stati Uniti (-51,0%), Cina (-46,8%) e Ucraina (-46,4%). Per Nigeria (-24,9%) e Pakistan (-29,3%) le riduzioni dei flussi sono state più contenute.