AGI - America Bulldog, cane da pastore, rottweiler, molossoidi e cani lupo. Sono solo alcune delle razze inserite nell’elenco delle specie considerate ‘di difficile gestione’ che potrebbero necessitare particolari accorgimenti prima dell’adozione.
Nella letteratura scientifica in Medicina Veterinaria, “non è possibile stabilire il rischio di una maggiore aggressività di un cane sulla base dell’appartenenza a una razza o ai suoi incroci”, come sottolinea l’Associazione nazionale medici veterinari italiani (ANMVI).
Questo implica, scrivono gli esperti, che gli episodi di aggressione da parte degli umani sono spesso riconducibili a una gestione inadeguata dell’animale, oppure a stimoli particolari che portano il cane a reagire in base alla situazione.
“L’emergenza non è la pericolosità dei cani – si legge in un comunicato stampa ANMVI – ma la persistente mancanza di una corretta educazione al rapporto uomo-animale”.
Entrata in vigore nel 2007, la ‘lista nera’ delle razze canine considerate pericolose, contestata vivamente dagli esperti cinofili, è stata poi abolita nel 2009, quando il ministero della Salute ha stabilito che “il padrone è sempre responsabile del benessere e del controllo del proprio animale, pertanto risponde sia civilmente che penalmente dei danni o lesioni che questi arreca a persone, animali o cose”.
Uno studio sulle aggressioni
Uno studio condotto qualche anno fa dal Sindacato Italiano Veterinari Medicina Pubblica (SIVEMP) ha indagato sulle statistiche associate ai casi di aggressione da parte di varie razze canine, esaminando gli incidenti avvenuti dal 1984 al 2009.
Gli autori, Carlo Ciceroni e Sandra Gostinicchi, dell’Azienda Sanitaria Firenze, riportano che la maggior parte delle situazioni considerate per l’analisi coinvolgeva meticci e pastori tedeschi, e, in generale, cani di taglia media o grande, ma i risultati confermavano comunque che l’aggressività degli esemplari non poteva essere attribuita alla semplice appartenenza a una razza specifica.
“Da questo lavoro – scrivono gli esperti – emerge che i casi in esame riguardano principalmente cani di proprietà e non randagi, principalmente maschi, entro i cinque anni di età. Le motivazioni che hanno provocato l’attacco risultano estremamente variabili e devono essere indagate singolarmente. La razza non risulta discriminante valida se non in rapporto alla attitudine lesiva a cui è associata, che dipende da basi intrinseche anatomiche e fisiologiche, come peso, mole, mascella, reattività, velocità, ma anche dalla gestione dell’animale”.
A questo proposito, dal febbraio 2020, il Comune di Milano ha reso obbligatorio il conseguimento di un ‘patentino cane speciale’, che si può ottenere tramite un corso specifico e gratuito, dedicato ai proprietari di 27 razze canine e loro incroci considerate “di più difficile gestione sulla base di criteri quali prestanza fisica, potenza di morso, tendenza all’aggressività in assenza di educazione”.
Le razze considerate ‘speciali’
l’elenco del “Regolamento comunale per il benessere e la tutela degli animali” annovera: America Bulldog, Cane da pastore di Charplanina, Cane da pastore dell’Anatolia, Cane da pastore dell’Asia Centrale, Cane da pastore del Caucaso, Cane da pastore Maremmano Abruzzese, Cane della Serra da Estrela, Dogo Argentino, Fila Brasileiro, Perro da Canapo Majoero, Perro da presa Canario, Perro da presa Mallorquin, Pit Bull, Pit Bull Mastiff, Pit Bull Terrier, Rafeiro do alentejo, Rottweiler, Rhodesian Ridgeback, Tosa Inu American Staffordshire Terrier, Bandog, Molossoidi di grande taglia non iscritti ai libri genealogici ENCI-FCI, Blu terrier, Boerboel, Cane Corso, Cane lupo Cecoslovacco, Cane lupo di Saarloos, Cane lupo Italiano e tutti gli incroci derivanti da queste razze.