AGI - Sono morti in una cisterna, inghiottiti nel tino in cui avevano messo a fermentare il mosto. È accaduto sabato mattina a Paola, nel Cosentino, in contrada San Miceli. Le vittime, uccise dalle esalazioni della fermentazione, sono quattro: i fratelli Valerio e Giacomo Scofano, di 50 e 70 anni, oltre a Massimo Carnevale, di 40, e suo padre Santino, settantenne.
Qualcuno dei presenti, scampato alla morte, è riuscito a dare l'allarme e sul posto sono arrivate squadre dei Vigili del Fuoco del comando di Cosenza e dei distaccamenti di Paola e Rende. Sul posto i Vigili del Fuoco hanno trovato, all'interno di un magazzino privato adibito a locale per la produzione di vino, le quattro persone morte e una donna di 36 anni priva di conoscenza, subito trasportata in ospedale a Cosenza dov'è tuttora ricoverata. I medici l'hanno dichiarata fuori pericolo. Tre delle vittime erano all'interno della vasca di fermentazione dell'uva macinata, mentre la quarta si trovava in prossimità della vasca di raccolta del mosto.
Cisterna trasformata in una camera a gas
La dinamica di quanto è accaduto non è ancora chiara. "Sono in corso indagini per ricostruire quanto è accaduto. Si tratta di un evento tragico sul quale stiamo lavorando come è ovvio in questi casi" ha dichiarato all'AGI il capo della procura di Paola, Pierpaolo Bruni.
Secondo le prime notizie, uno dei quattro si è calato improvvidamente nella cisterna, non è ancora chiaro il perché, e, smuovendo il mosto, ha provocato le esalazioni che hanno trasformato la cisterna in una camera a gas.
Gli altri si sono accorti che aveva perso conoscenza. Uno di loro ha tentato di soccorrerlo, ma si è a sua volta sentito male a causa dell'azione del gas. È così che, in una tragica catena, una terza e una quarta vittima si sono calate nella vasca nel tentativo vano di soccorrere gli altri, senza più uscirne.
Ai domiciliari per stalking
Secondo quanto si è appreso, uno degli uomini uccisi dalla vasca era agli arresti domiciliari per stalking in seguito alla denuncia della moglie che lo aveva accusato di molestie. Il fabbricato in cui si è svolto il dramma è stato subito raggiunto dai parenti delle vittime oltre che da curiosi e giornalisti. Gli Scofano e Carnevale sono imparentati. Le indagini sono dirette dal sostituto procuratore Antonio Lepre e svolte dai carabinieri della compagnia di Paola, al comando del capitano Marco Pedullà, che proprio oggi ha preso servizio in Calabria.