AGI - Il giudice della corte d'appello di Sassari Plinia Azzena ha emesso il provvedimento di scarcerazione per Carles Puigdemont, arrestato giovedì sera ad Alghero. L'udienza collegiale per decidere sulla richiesta di estradizione da parte della giustizia spagnola si svolgerà il 4 ottobre sempre a Sassari.
Pablo Llarena, il giudice della Corte Suprema spagnola responsabile del procedimento contro Puigdemont, ha chiesto al rappresentante spagnolo nell'Unità di cooperazione giudiziaria dell'Unione Europea che faccia arrivare alle autorità italiane il mandato di cattura europeo per sedizione e malversazione contro l'ex presidente catalano, datato 14 ottobre 2019.
Puigdemont dovrà restare in Sardegna per essere sottoposto al giudizio della corte che dovrà decidere sull'estradizione. Se le autorità spagnole dovessero chiedere all'Italia l'estradizione di Carles Puigdemont in forza di un mandato d'arresto europeo, il tribunale competente avrebbe 60 giorni di tempo per decidere, ha spiegato all'AGI una fonte giudiziaria che ha seguito il dossier.
Raggiunta a Bruxelles, la fonte ha citato il quadro normativo Ue sul mandato d'arresto europeo che all'articolo 17 stabilisce i "Termini e modalita' della decisione di esecuzione del mandato di arresto europeo". A meno che il ricercato acconsenta alla propria consegna (in tale caso la decisione andrà presa in 10 giorni), "la decisione definitiva sull'esecuzione del mandato d'arresto europeo dovrebbe essere presa entro 60 giorni dall'arresto del ricercato".
Il procuratore generale ha chiesto la convalida dell'arresto del leader separatista catalano ritenendo che sia avvenuto nelle forme di rito a fronte di un provvedimento cautelare che secondo la magistratura spagnola è ancora in essere e come tale eseguibile, ma non ha chiesto misure cautelari di nessun tipo e questo dovrebbe portare alla rimessione in libertà in giornata.
L'udienza per la conferma del fermo dell'ex presidente della Catalogna si è tenuta in corte d'appello a Sassari in videoconferenza con il carcere di Bancali dovel'ex presidente della Generalitat è detenuto da giovedì sera dopo il suo arresto nell'aeroporto di Alghero.
"Il giudice gli ha chiesto se intende andare in Spagna e lui ha risposto di no" ha riferito l'avvocato Marras, al termine dell'udienza. "Quella che si è conclusa oggi - ha spiegato il legale - è soltanto la prima fase, quella della convalida dell'arresto e dell'applicazione o meno delle misure cautelari. Prossimamente si entrerà nel merito perché la corte dovrà valutare se effettivamente ci sono i presupposti per l'estradizione in Spagna".
Nel frattempo la notizia dell'arresto è piombata come un macigno sui tentativi di ricomporre i rapporti tra Catalogna e governo centrale. Il presidente catalano, Pere Aragones, ha accusato le autorità di Madrid di aver mentito sulla vigenza del mandato di cattura europea che ha condotto all'arresto di Puigdemont in Sardegna e di aver "ancora una volta non ottemperato al diritto europeo".
"È evidente che questi avvenimenti non contribuiscono in alcun modo al processo di negoziazione del conflitto politico, non contribuisce a generare le condizioni che favoriscano la fiducia tra le parti", ha affermato Aragones, "il primo passo era che terminasse la repressione, esigiamo la revoca dei mandati di cattura europei contro il presidente Puigdemont e l'insieme delle persone perseguitate". Aragones ha chiesto "la liberazione immediata" del suo predecessore: "La detenzione di Puigdemont rende evidente che lo Stat spagnolo non ha agito in buona fede di fronte alla giustizia europea ed è evidente che ciò non contribuisce a una soluzione del conflitto", ha aggiunto.