AGI - Tra luglio e dicembre 2020 in Italia calano gli “omicidi di tipo mafioso” e le “associazioni mafiose” ma “parallelamente si osserva un aumento dei delitti connessi con la gestione illecita dell’imprenditoria, le infiltrazioni mafiose nei settori produttivi e l’accaparramento di fondi pubblici”. E’ quanto emerge dalla relazione semestrale al Parlamento della Dia con riferimento ai reati di matrice mafiosa, i cosiddetti “reati spia”.
“Ci si riferisce prima di tutto alla corruzione, concussione e induzione indebita – spiegano gli analisti - nonché alla turbativa d’asta e al traffico di influenze illecite, per giungere al riciclaggio di denaro. In tutti i casi il trend risulta in aumento nonostante la fase stagnante dell’economica”. Un cenno a parte merita il reato estorsivo che “pur rappresentando una tipica forma di controllo criminale del territorio nella contingenza potrebbe essere considerato anche quale strumento del sistema di inquinamento dell’economia legale da parte delle mafie. Esso potrebbe oggi essere teso a rilevare le attività in sofferenza piuttosto che a lucrarne semplicemente i guadagni, così come sembrerebbe confermare il dato relativo all’usura”.
L’aggressione ai patrimoni illecitamente accumulati si conferma una delle chiavi del contrasto alla criminalità organizzata: nel secondo semestre dell’anno scorso, la Dia ha sequestrato beni per 287,4 milioni (88,4 nel primo semestre) e confiscato beni per 181,1 milioni (42 nel primo semestre). Tra luglio e dicembre, sono stati eseguiti 726 monitoraggi delle procedure di affidamento ed esecuzione degli appalti pubblici, 6.394 accertamenti antimafia a carico di 32.956 imprese e 7.863 persone fisiche, 26 ispezioni a cantieri; nello stesso arco di tempo i provvedimenti interdittivi antimafia sono stati 364 in tutta Italia (di cui 86 in Calabria, 52 in Sicilia, 49 in Campania, 38 in Puglia, 31 in Lombardia, 22 in Emilia Romagna, 17 in Toscana, 15 in Basilicata, 14 in Piemonte e 12 nel Veneto e nel Lazio).
Sempre nel secondo semestre dell’anno passato, la Dia ha analizzato 58.985 segnalazioni di operazioni sospette per un totale di 644.943 operazioni finanziarie: 9.494 quelle valutate di interesse, delle quali 2.020 “di diretta attinenza alla criminalità mafiosa” e 7.474 “riferibili a fattispecie definibili reati spia/sentinella”. La maggior parte delle 9.494 segnalazioni in questione è stata originata da enti creditizi (53%) mentre appare significativo l’incremento di quelle riferite agli istituti che transano moneta elettronica (26%) rispetto al semestre precedente (12%). Le operazioni finanziarie riconducibili alle 9.494 segnalazioni di interesse sono in prevalenza riferibili a ricariche di carte di pagamento (46,3%), al trasferimento di fondi (17,9%) e ai bonifici (14,7%).