AGI - I carabinieri del Comando Provinciale di Messina, con il Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro, hanno denunciato in stato di libertà 102 persone ritenute responsabili di aver percepito indebitamente il reddito di cittadinanza.
Attivate presso l’Inps le procedure per la sospensione e l’eventuale revoca del sussidio e le verifiche sui pagamenti in favore dagli indagati di somme pari ad oltre 624.000 euro già versate dall’Inps. Al vaglio della Procura di Messina, diretta dal procuratore Maurizio De Lucia, le posizioni di 62 persone, mentre 19 persone sono state segnalate alla Procura di Barcellona Pozzo di Gotto diretta dal procuratore Emanuele Crescenti e altre 21 segnalate alla Procura di Patti diretta dal procuratore Angelo Vittorio Cavallo.
La normativa di legge sul reddito di cittadinanza prevede che i richiedenti al momento della presentazione della documentazione, siano obbligati a comunicare all’Inps l’eventuale presenza di cause impeditive oppure, dopo l’erogazione del sussidio, a comunicare sopraggiunte cause ostative, come le misure cautelari coercitive personali, o variazioni della propria condizione economica che modifichino i presupposti necessari per la concessione del beneficio.
Dopo gli accertamenti i carabinieri della Compagnia Messina Centro hanno denunciato 11 uomini, di età compresa tra i 26 ed i 71 anni, di cui uno di nazionalità marocchina ed uno originario dello Sri Lanka, i quali, pur essendo tutti sottoposti a misure cautelari personali nell’ambito di procedimenti penali avviati nei loro confronti per altri reati, non lo avevano comunicato all’Inps, continuando di fatto a percepire il reddito di cittadinanza nonostante avessero perso i requisiti. Analoga denuncia è stata avanzata nei confronti di 19 donne che, invece, non avevano comunicato che uno dei componenti del nucleo familiare era sottoposto a misura cautelare, evitando di fatto la riduzione dell’ammontare del contributo economico prevista in questa circostanza.
I carabinieri della Compagnia Messina Sud hanno denunciato 12 persone tra Messina, Roccalumera, Alì Terme, Scaletta Zanclea e Fiumedinisi: tutti non avevano comunicato all’Inps le misure cautelari emesse a loro carico. Una 42enne, abitante nella zona sud, è stata invece deferita per non aver comunicato che uno dei familiari era sottoposto a misura cautelare. I carabinieri della Compagnia di Taormina hanno denunciato complessivamente 20 persone. Quattro denunciati si trovavano agli arresti domiciliari e altri sei, pur essendo sottoposti a misure cautelari personali nell’ambito di procedimenti penali per altri reati, non lo avevano comunicato all’Inps, continuando a percepire il reddito di cittadinanza pur senza averne i requisiti.
Altri due invece non avevano comunicato che uno dei familiari era sottoposto a misura cautelare. Sei degli indagati, invece, avrebbero dichiarato falsamente di risiedere in Italia da almeno 10 anni. Altri due, infine, avevano reso false dichiarazioni sul numero dei membri del nucleo familiare, percependo pertanto un contributo economico superiore rispetto a quello spettante.