AGI - "Dal 4 giugno abbiamo registrato più di 1.700 casi criminali rientrati nella nostra competenza e abbiamo avviato 300 indagini per una danno stimato all'Ue di circa quattro miliardi di euro. Abbiamo inoltre confiscato più di dieci milioni di euro perché provento di attività criminali e indagato su frodi. Riteniamo che ogni anno vengano persi più di cinquanta miliardi di euro nel bilancio dell'Ue per questo tipo di frodi".
Questi i dati resi pubblici oggi dalla dalla procuratrice capo dell'Ue (Eppo) Laura Codruta Kovesi, intervenuta nell'aula bunker del carcere Ucciardone di Palermo, alla seconda conferenza organizzata nell'ambito della Rete operativa antimafia (@ON) su 'Il contrasto alle organizzazioni criminali di alto livello e "mafia-style - Sfide per le forze di polizia e le autorità giudiziarie".
"Per contrastare le frodi nazionali - ha proseguito - dobbiamo incrociare i percorsi insieme con una strategia a livello europeo. Un approccio nazionale non ha più nessun senso. Devono essere rafforzati forti relazioni con tutti i corpi investigativi. Vogliamo stabilire un rapporto stretto con tutte le procure degli stati membri per creare un coordinamento efficace delle indagini. Questo stretto rapporto apre scenari senza precedenti sul riciclaggio di denaro sporco e le frodi transnazionali. Stimiamo che sono ogni anno 50 miliardi le frodi nel bilancio europeo. Noi come procura europea vogliamo lavorare a stretto contatto con gli stati membri. Noi abbiamo accesso dei registri degli stati membri. Abbiamo anche la possibilità procedimento transnazionali".
"Noi siamo qui - ha concluso - per dare una mano anche non esitare a utilizzare le nostre capacita' per contrastare i gruppi criminali che oggi sono piu' smart e vanno affrontati con la massima collaborazione tra gli stati".
"La crisi economica seguita a quella sanitaria ha determinato condizioni di bisogno, delineando opportunità di profitto per le organizzazioni mafiose, non più orientate soltanto alla vessazione parassitaria dell'economia legale, ma riorganizzate per essere, esse stesse, impresa, condizionando la libera concorrenza, anche oltre i confini nazionali. Di conseguenza, la cooperazione internazionale si conferma lo strumento privilegiato per contrastare lo sviluppo di modelli criminali che guardano con visione globale ai propri interessi".Teo Luzi, comandante generale dell'Arma dei carabinieri"L'impegno operativo è ora indirizzato a monitorare anche gli aiuti e le erogazioni relative al "piano nazionale di ripresa e resilienza" che potrebbe attrarre gli interessi illeciti delle mafie aprendo nuovi scenari e sfide in ambito europeo".Giuseppe Zafarana, comandante generale della Guardia di Finanza