AGI - Un’estensione del Green Pass per i 'Guariti Covid', superando l’attuale incongruenza tra la Circolare del Dipartimento Prevenzione del Ministero della Salute del 21 luglio, che consente la vaccinazione con una dose fino ad un anno dalla guarigione, e la durata del Green Pass, retrodatato invece al primo tampone positivo. A chiederlo è il Coordinamento operativo del Gruppo dei Guariti Covid nelle persone di Mattia Baglieri, Dottore di ricerca dell’Università di Bologna, Luigi Ferrara, Presidente di Confassociazioni Sicurezza e Renata Salvarani, Professore Ordinario di Storia del Cristianesimo: i tre rappresentano un comitato che sta ragionando di costituirsi come associazione legale sull'onda di un tam tam di telefonate e mail che si rincorrono tra coloro che hanno avuto a che fare da vicino con il virus, ma non sanno bene ancora come comportarsi. Niente a che fare con i vax, assicurano, tanto che i vaccinati dopo la malattia non mancano. Numerose le famiglie, anche perché la malattia spessa si sviluppa in focolai familiari.
Le esenzioni dal vaccino
Oltre all’estensione del Green Pass, i temi all’ordine del giorno per i' Guariti Covid' riguardano anche il riconoscimento del titolo anticorpale quale parametro scientifico per valutare possibile esenzione dal vaccino per i guariti e i malati, e percorsi vaccinali distinti e specifici per la platea dei malati e dei guariti. “Siamo favorevoli all’estensione della validità del Green Pass a 12 mesi per i vaccinati e, per una questione di equità, chiediamo l’estensione di 12 mesi anche per la platea dei guariti e degli attuali malati di Covid - spiega all' AGI Luigi Ferrara, Presidente della Confassociazioni Sicurezza- superando l’attuale incongruenza cui la Circolare Rezza del 21 luglio scorso ci pone di fronte, come sottolineato anche ieri dal Presidente dell’Ordine dei Medici Filippo Anelli intervistato da Fanpage. Non ci sono ragioni - prosegue Ferrara - per escludere da tale proroga milioni di cittadini, lavoratori e professionisti, che già hanno dovuto subire le conseguenze del contagio. I milioni di cittadini italiani guariti dal Covid, chiedono rispetto ed equità e non vanno lasciati soli”.
Il paradosso dei guariti
“Oggi i guariti vivono un vero e proprio paradosso giuridico e immunologico perché lo stesso Ministero della Salute ci riconosce la possibilità di vaccinarci entro un anno dalla guarigione sulla base della Circolare firmata dalla Direzione Generale Prevenzione del Ministero della Salute nelle persone del Dr. Giovanni Rezza e dell'On. Andrea Costa, Sottosegretario del Ministero della Salute. Però il nostro Green Pass è retrodatato all'inizio della malattia - aggiunge conversando con AGI Mattia Baglieri, membro del Coordinamento operativo del 'Gruppo Guariti Covid' e primo firmatario dell’Istanza 211 al Ministero della Salute per l’estensione del Green Pass e il riconoscimento del titolo anticorpale - per cui esso per noi rappresenta un documento di poca utilità perché per molti di noi la durata effettiva del Green Pass è stata sinora di pochi giorni o poche settimane, mentre gli stessi reparti ospedalieri Covid spesso ci sconsigliano di vaccinarci nell’immediato alla luce dell’alto tasso anticorpale sviluppato grazie alla fatica del sistema immunitario di guarire dall’infezione”.
Citando poi le stime dell'immunologo Massimo Galli dell'Università di Milano, Baglieri sottolinea che " i guariti in questa situazione sono almeno quattro milioni di italiani se si considera che circa 6 milioni di persone nel nostro Paese hanno avuto la malattia. Attenzione particolare andrà poi dedicata dai Ministeri competenti, ovverosia Salute e Istruzione, al tema degli insegnanti e professionisti della scuola che sono guariti e che nella fase attuale non prendono e non trasmettono la malattia, come evidenziato dai più recenti studi delle Università di Washington, Padova e Imperial College”.
I rischi per i guariti
Sul titolo anticorpale interviene la Professoressa Renata Salvarani, Ordinario universitario di Storia del Cristianesimo:
“Nessuno di noi - sottolinea all' AGI Salvarani - nega l’utilità dello strumento vaccinale in termini preventivi, ma i guariti e i malati di Covid meritano invece attenzione maggiore alla loro salute sulla base delle evidenze scientifiche più recenti. Ci giungono segnalazioni di reazioni serie e importanti che stanno colpendo ex pazienti Covid nel momento in cui si sottopongono alla dose vaccinale prevista, mentre gli studi attuali sono concordi nel dimostrare una immunità che permane a lungo mediata dalle immunoglobuline che rappresentano la memoria del sistema immunitario. Chiediamo quindi – conclude Salvarani – che i guariti siano esentati da qualsiasi ipotesi di obbligo vaccinale e che per questo gruppo di persone siano predisposti percorsi vaccinali distinti e specifici, basati su valutazioni anticorpali standardizzate in laboratori analisi accreditati e sulla base di una raccolta anamnestica individualizzata. In questo modo si eviterà un dispendio sul fronte della finanza pubblica e si potranno destinare le dosi liberate ai paesi più poveri, risparmiando un possibile aumento di effetti collaterali, come ha ipotizzato il Prof. Massimo Galli dell’ospedale Sacco di Milano, per quanto riguarda la platea dei guariti”.