AGI - Sono stati oltre cinquemila i ticket acquistati dal primo di agosto, per percorrere a Castelsaraceno, in provincia di Potenza, il ponte tibetano più lungo del mondo. La struttura collega il Parco nazionale del Pollino con quello dell'Appennino Lucano-Val d'Agri Lagonegrese.
A cimentarsi nella traversata con un panorama mozzafiato, escursionisti, appassionati di cicloturismo, camperisti e motociclisti, ma anche molte famiglie e comitive. La passerella, che misura 586 metri di lunghezza a 80 metri da terra nel punto più alto sopra il torrente Racanello e in corrispondenza di un antico mulino del XVI secolo, collega il centro storico del borgo lucano alla montagna.
La struttura è realizzata con quattro funi portanti da 35 mm e due di sicurezza da 20 mm, 1160 gradini in grigliato di acciaio zincato, 5500 metri di cavi in acciaio tra strutture e ancoraggi, oltre 24.000 chilogrammi di acciaio tra gradini, portali d'irrigidimento e piastre di ancoraggio. Ad oggi, il flusso giornaliero è di 600 passaggi al giorno. Finanziata con fondi regionali, è progettata per essere aperta tutto l’anno.
Il ponte rappresenta un invito ai visitatori a ritrovare un contatto autentico e immersivo con la natura. Il territorio infatti si presta bene a rispondere ai trend turistici accelerati dalla pandemia, essendo per vocazione dotato non solo di ampi spazi tra boschi e cime, piazze e vallate, ma anche di una piccola comunità che custodisce la saggezza e la pratica del vicinato, delle relazioni umane e sociali in cui il viaggiatore si sente accolto L’opera ingegneristica unica al mondo ha inoltre incoraggiato l’apertura di una quindicina di nuove attività imprenditoriali, tutte nel settore turistico ricettivo, tutte per iniziativa di residenti under 40.