AGI - Celebrano la figura di Giuseppe De Donno, l'ex primario di pneumologia dell'ospedale Carlo Poma di Mantova che per primo l'anno scorso aveva iniziato la cure del Covid con le trasfusioni di plasma iperimmune, i circa 50 manifestanti presenti in piazza Fontana a Milano per la contestazione indetta dalla sigla "Liberi di scegliere" che protesta contro l'obbligatorietà del vaccino e l'imposizione del Green Pass.
"È stato ucciso uno dei più grandi medici italiani. È stato ucciso perché aveva trovato la più grande cura gratuita. De Donno veglia su di noi" così in mezzo a piazza del Popolo, l'avvocato Edoardo Polacco, con un megafono e una pezza di stoffa per asciugare il sudore, arringa la folla dei no green pass che oggi si è data appuntamento sotto a un sole rovente per firmare le querele contro "quei soggetti che ci stanno minacciando".
E nella folla c'è chi auspica una Norimberga per i virologi come Ilaria Capua, Roberto Burioni, Matteo Bassetti accusati di alimentare un clima d'odio contro i non vaccinati. Così le querele verranno presentate in tutti i tribunali d'Italia. "Hanno avuto il coraggio di aumentare l'emergenza sanitaria, ma dov'è? - ha proseguito l'avvocato Nino Moriggia - se gli altri dormono pazienza. Con il green pass invece di dividere il movimento, ci stanno unendo e riusciremo a spodestare questi criminali".
"De Donno sei vivo come chi hai salvato", "Un grande medico De Donno che ha salvato decine di vite con il plasma iperimmune"e "Addio eroe, hai nobilitato la medicina", sono alcuni dei cartelli che ricordano il medico che si è tolto la vita martedì.
De Donno, è stato trovato morto nella sua abitazione di Curtatone, nel Mantovano. Aveva 54 anni.
Nelle prime fasi della pandemia, era stato tra i primi a provare a curare il Covid col plasma iperimmune, terapia attorno alla quale, dopo un primo entusiasmo iniziale, si creò un certo scetticismo. A inizio giugno si era dimesso dall'ospedale di Mantova per cominciare, pochi giorni fa, a esercitare come di medico di base a Porto Mantovano.
Un migliaio di persone questa sera hanno risposto all'appuntamento indetto dal Comitato Libera Scelta per protestare contro l'introduzione del green pass che diventerà obbligatorio dal prossimo 6 agosto.
Fiaccole e luci dei cellulari hanno illuminato la piazza in segno di protesta contro le politiche del governo e le luci hanno illuminato anche altre piazze italiane, per una serie di manifestazioni che andranno avanti tutta la settimana. A Roma tutto si e' svolto tranquillamente e senza disordini sotto la vigilanza delle forze dell'ordine.
A Napoli era tutto pronto. La questura aveva avuto comunicazione per la manifestazione di oggi alle 17.30 in piazza Dante a Napoli. Il contingente di uomini per il servizio di sicurezza che avrebbe dovuto vigilare sull'evento si è trovato senza lavoro. Alcuni reparti non hanno nemmeno lasciato la caserma. Ma manifestazione dei 'no green pass' partenopei non è mai partita. In piazza c'erano poco meno di venti persone. I manifestanti hanno aspettato a lungo che qualcun altro arrivasse, ma invano. La manifestazione precedente era stata invece abbastanza partecipata.
A Milano una 'fiaccolata' con qualche lumino e con le luci degli smartphone per dire no al green pass. Questa l'iniziativa al centro della terza e ultima manifestazione di protesta organizzata in piazza della Scala contro l'obbligo della certificazione verde.
L'evento, cui non hanno aderito più di un centinaio di persone, è stato promosso con un tam tam sui social dal 'Comitato Libera Scelta Milano'. I manifestanti hanno riservato un minuto di silenzio per Giuseppe De Donno.
Anche in quest'ultima manifestazione i partecipanti hanno criticato con cartelli e cori i vaccini anti-Covid e il green pass.