AGI - Con la conferma da parte del Consiglio dei ministri delle nomine di Marinella Soldi e Carlo Fuortes, come presidente e amministratore delegato, il nuovo consiglio di amministrazione della Rai è completo. Insieme a Soldi e Fuortes, nel cda di viale Mazzini siederanno Riccardo Laganà, eletto a inizio giugno dall'assemblea dei dipendenti, e i componenti eletti da Camera e Senato, ieri sera, ovvero Igor De Biasio, Alessandro Di Majo, Francesca Bria e Simona Agnes.
L'ultimo passaggio che manca per chiudere il primo tempo della partita sulle nomine Rai è l'approvazione della commissione parlamentare di Vigilanza della nomina di Soldi. Un passaggio ancora spinoso, e assolutamente "non scontato", viene riferito da fonti di maggioranza appartenenti al centrodestra, l'area più scettica rispetto al nome scelto dal presidente del Consiglio Mario Draghi. L'ex manager di 'Discovery' deve, infatti, incassare il voto dei due terzi dei componenti della commissione di Vigilanza e non è detto che arrivino i 27 sì necessari (su 40), quantomeno al primo turno, come già fu per Marcello Foa, nell'agosto del 2018.
Anche se, per la verità, le perplessità di Lega e Forza Italia sul nome della futura presidente sono state placate dall'elezione di De Biasio e Agnes, sostenuti dall'asse del cosiddetto centrodestra di governo. Tanto che gli unici veri voti contrari a Soldi - viene fatto notare da fonti parlamentari di centrosinistra - potrebbero arrivare solo dai due componenti di Fratelli d'Italia in Vigilanza. Al momento, dunque, Soldi potrebbe contare, almeno sulla carta, su 23 voti, ovvero quelli di Pd, M5s, Leu, Iv e Misto. Ma da soli non bastano: per avere il via libera deve aggiudicarsi anche alcuni sì di Lega e Forza Italia.
Prima della seconda tranche di nomine - che dovrebbe riguardare direttore generale, eventuali direttori di reti e di testate giornalistiche, e arrivare a settembre - intanto, FdI protesta con veemenza per l'esclusione dal cda, chiedendo un intervento del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, del presidente della Camera, Roberto Fico, e addirittura presentando una interrogazione alla commissione europea, a nome del gruppo dei Conservatori a Strasburgo, Ecr, di cui Giorgia Meloni ha la presidenza.
"È una violazione senza precedenti delle più banali norme del pluralismo. La televisione di Stato è pagata con i soldi di tutti gli italiani", protesta la presidente di FdI. "Oggi si stima che il 20% di quegli italiani voti per Fratelli d'Italia e Fratelli d'Italia non ha alcuna presenza o rappresentanza né nel cda della Rai né alla presidenza della commissione di vigilanza Rai che di prassi spetta all'opposizione". "Quando si picconano pezzi fondamentali della tenuta delle nostre istituzioni democratiche diventano precedenti. Quel precedente oggi lo paga Fratelli d'Italia e domani lo può pagare qualcun altro: l'unico partito di opposizione non viene rappresentato per la prima volta nella storia d'Italia e io credo che questo sia un problema di tutti, non solo di Fratelli d'Italia", rincara.
"Mi dispiace che questa cosa sia accaduta nel silenzio generale. Mi dispiace che le massime cariche istituzionali, a partire dal presidente Mattarella, non abbiano ritenuto di intervenire per impedire che un vulnus del genere si creasse e continuo a porre il problema di una nazione che sta violando regole fondamentali". "Fratelli d'Italia non è a caccia di poltrone, ma intende tutelare fino in fondo il pluralismo dell'informazione e la democrazia", tiene a precisare il questore della Camera e coordinatore della direzione nazionale di Fratelli d'Italia, Edmondo Cirielli."Sarebbe opportuno, a questo punto, l'intervento del presidente della Camera Roberto Fico che, anche da ex presidente della commissione di Vigilanza Rai, ha sempre gridato contro l'occupazione della Rai da parte dei partiti".
"Giorgia Meloni non tiri in ballo Mattarella per cercare di nascondere il suo totale fallimento sulla Rai", replica, da Italia viva, il segretario della commissione di Vigilanza Rai, Michele Anzaldi. "Invece di incaponirsi sulla riconferma di chi, come il consigliere Rossi, è stato tra i responsabili in questi tre anni della peggiore Rai di sempre, la leader di Fratelli d'Italia avrebbe potuto e dovuto dialogare e trattare con gli altri partiti per trovare un profilo condiviso di vera garanzia e competenza, visto che aveva bisogno dei voti degli altri per eleggere un consigliere". "Invece Meloni ha avuto la singolare pretesa - prosegue Anzaldi - che altri partiti si adeguassero al suo diktat. Almeno ci risparmi la strumentalizzazione assolutamente fuori luogo del Quirinale nel regolamento di conti all'interno del centrodestra. Il presidente Mattarella in questi anni è stato uno dei pochi, se non l'unico faro di vera garanzia e non merita di essere tirato per la giacca in queste polemiche politiche".
Per la Lega, interviene Alessandro Morelli, vice ministro ai Trasporti e responsabile del Dipartimento Editoria e Innovazione tecnologica del partito. "La sinistra come sempre prova a fare il pieno di poltrone", lamenta, ma, assicura, "i due unici consiglieri indicati dal centrodestra lavoreranno per garantire libertà d'informazione, pluralismo e pari dignità per tutti".
Intanto l’assemblea degli azionisti Rai (Mef per il 99,56% e Siae per il restante 0,44%) ha approvato il bilancio consuntivo 2020 del Gruppo Rai che si è chiuso con un risultato netto consolidato in pareggio. Nel corso della stessa seduta è stato nominato il nuovo Consiglio di amministrazione, composto da Simona Agnes, Francesca Bria, Igor De Biasio e Alessandro Di Majo, tutti di nomina parlamentare, da Carlo Fuortes e Marinella Soldi, di nomina governativa, e da Riccardo Laganà, eletto dai dipendenti Rai. L'assemblea ha quindi indicato Fuortes per la posizione di amministratore delegato del Gruppo di viale Mazzini.