AGI - Scambio elettorale politico mafioso. Per questo gli agenti della polizia di Stato insieme ai carabinieri, hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, nei confronti di 2 persone.
Il provvedimento si basa sulle risultanze acquisite in due diverse indagini eseguite dai carabinieri del Reparto territoriale di Aprilia e dagli agenti delle Squadre Mobili di Latina e Roma, con il supporto e la collaborazione del Servizio centrale operativo della polizia di Stato.
Nell'ambito del filone condotto dai militari della Sezione operativa di Aprilia, denominato 'Touchdown', si è accertato l'intervento illecito di un imprenditore, operante nel settore dei rifiuti, insieme con un suo collaboratore, in occasione dell'elezione amministrative per il rinnovo del consiglio comunale di Latina del 5 giugno 2016.
In particolare l'imprenditore, previo pagamento di una somma di 45mila euro a membri del clan Di Silvio, assicurava l'aggiudicazione di almeno 200 voti al capolista candidato nella lista 'Noi con Salvini', nei quartieri di influenza criminale del clan.
Le evidenze investigative sono state confermate dalle indagini condotte dalla polizia di Stato e dalle dichiarazioni accusatorie, poste anch’esse alla base del provvedimento, in cui i collaboratori di giustizia Agostino Riccardo e Renato Pugliese confermavano quanto accertato dai carabinieri.
Nella circostanza, è stato documentato che il collaboratore Agostino Riccardo, in concorso indagato nell’odierno provvedimento, è risultato essere il tramite per l’accordo politico-mafioso tra il clan Di Silvio e l’imprenditore operante nel settore dei rifiuti. In particolare, dalle dichiarazioni etero accusatorie, è emerso che Riccardo aveva ricevuto una sorta di investitura da parte del clan Di Silvio nel curare i rapporti con la politica della provincia di Latina e in occasione della tornata elettorale del 5 giugno 2016, tramite l’imprenditore destinatario dell’odierno provvedimento, di sostenere la candidatura di un politico della Lista 'Noi per Salvini' nonché dell’attacchinaggio dei manifesti relativi al candidato.
L’attività investigativa ha consentito di accertare che il pagamento dei 45mila euro avveniva in tre tranche all’interno dell’azienda operante nel settore dei rifiuti e che, in base all’accordo illecito, nessuno degli appartenenti alla famiglia Di Silvio si sarebbe dovuto presentare presso la sede del partito, per evitare di apparire come “collettore” di voti procurati da soggetto intraneo al clan, ma che l’imprenditore avrebbe fatto avere le comunicazioni al Clan esclusivamente tramite Riccardo.
L’elezione del politico sarebbe stata per l’imprenditore pontino funzionale alle strategie economiche della sua società per ottenere verosimilmente il monopolio nella gestione dei rifiuti e delle bonifiche nel territorio pontino.