AGI - C'è anche Antonio Fullone, provveditore delle carceri della Campania, tra gli indagati dalla procura di Santa Maria Capua Vetere per i pestaggi nel carcere samaritano dopo la rivolta dei detenuti del 6 aprile 2020. Il dirigente penitenziario è destinatario di una misura interdittiva. Sono complessivamente 52 le misure cautelari emesse dal gip su richiesta della procura.
Il 10 giugno dello scorso anno furono notificati 44 avvisi di garanzia ad altrettanti indagati, tra cui il comandante della polizia penitenziaria dell'istituto di pena con ipotesi di reato per tortura, violenza privata e abuso di autorità. Le indagini partirono da articoli di stampa nati da racconti e foto dei detenuti picchiati raccolti tra i loro parenti dall'associazione Antigone e dal garante dei detenuti della Campania.
Agli agenti indagati furono sequestrati anche i telefoni cellulari. La protesta tra i detenuti montò dopo che il 5 aprile divenne noto che uno di loro, addetto alla distribuzione della spesa del reparto Nilo, si era ammalato di Covid.
Una notizia che, alimentata dal malumore per l'interruzione dei colloqui, generò la reazione di almeno 150 detenuti che si barrricarono in cella e poi diedero vita a violenze nelle quali furono feriti due agenti. Alla notifica degli avvisi di garanzia agli agenti seguìun'altra rivolta di una cinquantina di detenuti del padiglione Danubio il 13 giugno, con l'aggressione di altri agenti. L'11 giugno, inoltre, il leader della Lega, Matteo Salvini, era andato a portare la sua solidarietà agli agenti indagati nel carcere.