AGI - "Il social ti allunga la vita". E' lo slogan che potrebbe collegarsi alle nuove linee guida dell'Ilcor (International Liaison Committee on Resuscitation che riunisce le 7 società continentali che si occupano di arresto cardiaco) per la rianimazione cardiopolmonare.
Al web meeting di presentazione in Italia hanno partecipato oltre 1800 specialisti e una faulty nazionale tra cui il cardiologo di Italian Resuscitation Council (IRC), il dottor Niccolò B.Grieco, direttore di corsi avanzati presso il centro di formazione “Critical Care Niguarda”, che da anni si occupa di formare ed aggiornare personale medico e infermieristico del Dipartimento cardiotoracovascolare dell'Ospedale Niguarda di Milano, sostenuto dalla Fondazione De Gasperis. Da questo lavoro emergono numerose novità, una delle quali riguarda proprio il ruolo dei social network.
Nelle nuove linee guida le procedure di rianimazione cardiopolmonare sono state adeguate alle esigenze imposte dall’attuale pandemia da Covid19. Gli argomenti trattati includono: la spiegazione sulla catena della sopravvivenza, il riconoscimento precoce dell’arresto cardiaco, come effettuare le compressioni toraciche di qualità, la defibrillazione esterna automatizzata (DAE), come misurare la qualità della RCP (rianimazione cardio-polmonare) e come applicare le nuove tecnologie a supporto della medicina.
Le linee guida riconoscono tra l'altro che l'uso della tecnologia mobile, compresi i social media, le reti cellulari e le applicazioni per smartphone, potrebbe presto avere un grande impatto notificando i cittadini come primi soccorritori attraverso un sistema di allerta di messaggi testuali e di rilevamento del posizionamento mobile, aumentando conseguentemente le probabilità di sopravvivenza delle vittime di arresto cardiaco.
Devono, inoltre, essere organizzati dei corsi di formazione per gli insegnanti e i bambini al fine di poter intervenire, eventualmente, come primi soccorritori in caso di RCP. Ai dispatcher ILCOR raccomanda, invece, che i centri di smistamento implementino un algoritmo standardizzato e/o criteri standardizzati per determinare immediatamente se un paziente sia in arresto cardiaco al momento della chiamata di emergenza e per monitorare e tracciare la loro capacità diagnostica. Infatti, nel contesto del COVID-19, il riconoscimento precoce dell'arresto cardiaco da parte del dispatcher consentirà al personale EMS di indossare DPI di precauzione del contagio per via aerea il prima possibile.
"Sono più di 65000 i casi di arresto cardiaco che avvengono ogni anno in Italia - spiega Niccolò B.Grieco - e solo una minima parte avviene in reparti attrezzati per affrontare prontamente il problema. E’ pertanto fondamentale che vengano coinvolti nel soccorso tutti i soggetti della “catena della sopravvivenza” che vanno dal testimone occasionale di un malore fino al rianimatore più esperto nel trattamento della Sindrome post-Arresto Cardiaco.
Nelle ultime linee guida è stato aggiunto un importante capitolo che infatti si chiama “Systems saving lives” che rimarca come gli strumenti di sensibilizzazione e cultura dell’arresto cardiaco debbano coinvolgere tutti i canali che possono raggiungere la popolazione (social media, youtube, videogiochi etc) ma soprattutto invita i Governi a far si che l’insegnamento delle manovre salvavita avvenga nella scuola dell’obbligo.