AGI - La responsabile europea della comunicazione dell’Oms, Cristiana Salvi, definisce “un’altra accusa” l’affermazione che “c’è voluto fino all’8 marzo perché il governo proibisse le visite dei familiari agli ospiti nelle residenze per anziani”.
E’ quanto si legge nella chat dell’11 maggio del 2020, di cui l'AGI è in possesso, tra la stessa Salvi, il direttore aggiunto dell’Oms, Ranieri Guerra, e Francesco Zambon, l’allora funzionario della sede di Venezia che coordinò il rapporto sulla gestione italiana della pandemia, della cui pubblicazione si discute.
Il report venne poi pubblicato due giorni dopo sul sito dell’Oms da cui venne rimosso nel giro di poche ore.
"Tracciamento con carta e penna? È politicamente scorretto"
Nel dossier i ricercatori osservano che, anche senza l’input governativo, “circa l’80% di questi istituti avevano già proibito le visite attraverso iniziative autonome nelle due settimane precedenti ma, nel frattempo, in molte residenze si era diffusa l’infezione e si erano creati dei cluster”. Sempre per Salvi, dire che il tracciamento nella prima fase della circolazione del Covid venne fatto “con carta e penna” nella totale “improvvisazione” era una considerazione “politicamente scorretta”.
Prima che venisse centralizzato il sistema di tracciamento, si legge nella versione dei ricercatori che Salvi vorrebbe correggere, “sorsero iniziative in tutto il Paese in un mosaico di sistemi improvvisati nell’ambito dei quali si utilizzavano carta e penna o un foglio di calcolo Excel ad hoc. I criteri variavano da luogo a luogo, bisogna arrivare alla metà di marzo prima che i dati del tracciamento venissero raccolti in una piattaforma di base sul web”.
"Si possono abbassare i toni?"
E' sempre Salvi a chiedere agli autori “Si possono abbassare i toni?” in relazione all’affermazione che “mentre si mettevano a punto i criteri per i test, il tracciamento e l’isolamento che sarebbero stati formalizzati in un dpcm, ciascuna regione procedeva per proprio conto”.
“Potenzialmente offensiva dal punto di vista politico” viene ritenuta dalla Salvi l’affermazione di Zambon e gli altri in cui si riconosce “l’efficacia del sistema sanitario pubblico Veneto e la capacità di far fronte come comunità all’emergenza”.
Una valutazione sull'efficienza della Regione guidata dal leghista Luca Zaia che potrebbe “sollevare il disappunto del governo”.