AGI - Due linee rosse per cancellare le parole “l’Italia non era totalmente impreparata” e su quelle riferite alle strategie italiane per affrontare la pandemia: “Il piano, comunque, rimase più teorico che pratico con pochi investimenti o traduzione delle intenzioni in misure concrete”.
A vergarle, stando a quanto constatato dall’AGI che è entrata in possesso del documento, è il direttore aggiunto dell’Oms Ranieri Guerra nel file del pdf che gli avevano consegnato gli autori del report ‘Una sfida senza precedenti: la prima risposta dell’Italia al Covid-19’. Il testo pubblicato poi fu quello originale, senza queste correzioni.
Guerra disse: "Dobbiamo pesare le parole"
Il corposo dossier venne pubblicato e poi sparì nel giro di 24 ore, il 13 maggio dello scorso anno, sul sito dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e nei mesi successivi fu ritrovato e divulgato ai media da Robert Lingard, il consulente del team legale che assiste i familiari delle vittime.
Il file del pdf con le correzioni è stato consegnato dallo stesso Guerra ai magistrati di Bergamo che lo indagano per ‘false informazioni ai pm’ durante la sua audizione, quando ancora era testimone, del 5 novembre dello scorso anno.
Il testo con le cancellazioni ‘a penna rossa’ risale all’11 maggio del 2020 nell’ambito di una corrispondenza via mail in cui Guerra scriveva a Francesco Zambon, l’allora funzionario della sede di Venezia dell’Oms che ha poi denunciato le pressioni del suo superiore per ‘addolcire’ il rapporto, che “il documento potrebbe prestare appigli se non adeguatamente formulato” anche alla luce delle "ultime minacciose situazioni mediatiche”.
“Dobbiamo pesare le parole in maniera molto cauta soprattutto se sono scritte e se rimangono in un documento dell’Oms”, scriveva ancora Guerra, tra il 2014 e il 2017 a capo dell’ufficio di Prevenzione del Ministero della Salute, circostanza che, secondo un’ipotesi investigativa, potrebbe averlo portato a voler ‘nascondere’ il rapporto da cui trasparivano le lacune dell’Italia nella preparazione a un’eventuale pandemia.
La replica di Zambon: "Non possono essere taciute alcune cose"
“L’Italia non era totalmente impreparata per un’epidemia – questo il testo originale inviato da Zambon a Guerra – quando arrivarono i primi bollettini dalla Cina”.
Nell’altro passaggio corretto, con riferimento al Piano pandemico del 2006 e alle strategie di prevenzione, Zambon e gli altri ricercatori scrivevano: “Il piano, comunque, rimase più teorico che pratico con pochi investimenti o traduzione delle intenzioni in misure concrete”.
Alla fine, il report uscì nella versione ‘originale’ così come redatta dal team di Zambon che pochi giorni fa si è dimesso dall’Oms che, a un certo punto della vicenda, tentò di trasferirlo in Bulgaria . “Sono il responsabile e me ne assumo tutte le responsabilità – le parole di Zambon in risposta all’invito alla ‘cautela’ di Guerra – tutti gli autori sono ben informati delle dinamiche italiane. Non ci sono parti particolarmente scottanti e alcune cose non possono essere taciute”.
In un'intervista all'AGI, il direttore aggiunto dell'Oms spiegò che "il rapporto venne ritirato per decisione dell'ufficio di Copenaghen, io proposi di salvarlo proponendo che due colleghi dell'Istituto Superiore della Sanità si affiancassero ai colleghi di Venezia per correggere le imperfezioni e ripubblicare il rapporto così migliorato in un paio di giorni. Per ogni seguito la competenza non è mia".
Il "possibile disappunto del governo"
Sempre agli atti dell'inchiesta di Bergamo, c'è uno scambio di mail tra alcuni protagonisti della vicenda in cui la responsabile delle relazioni esterne dell’Oms, Cristiana Salvi, scrive di un possibile “disappunto del governo” qualora l’esecutivo non fosse stato informato della pubblicazione del rapporto sulla gestione della pandemia in Italia.
“Credo che prima di far uscire un rapporto così articolato sull’esperienza in Italia – queste le parole rivolte dalla donna a Guerra e a Zambon - non possiamo non condividerlo col ministero: non si tratta di una panoramica sul rapporto Oms ma sull’operato del governo, dunque riguarda il governo da vicino. Potremo sollevare il disappunto del governo altrimenti”.
“Francesco – scrive Salvi rivolgendosi a Zambon . il rapporto è estremamente dettagliato e ricco. Io penso che abbia un notevole potenziale ma conoscendo il campo di azione vedo questo rapporto come una vera e propria bomba mediatica. Ranieri e io abbiamo cercato di arginare le critiche che questo rapporto denuda completamente. Il mio suggerimento è di rivedere il tono e mitigare le parti più problematiche”.