AGI - A Roma, Milano e in diverse zone d’Italia, ci sono state forti tensioni, ristoratori, baristi, commercianti duramente colpiti dalla pandemia hanno riempito le piazze a colpi di #AprireSenzaCondizioni sui social, per urlare l’insofferenza alle chiusure, e poter riaprire le attività economiche.
I manifestanti hanno fatto esplodere la protesta “riaprire subito, per non morire di crisi”, ma la rabbia si è trasformata in violenza contro le forze dell’ordine, in alcuni casi, con tafferugli davanti a Montecitorio.
Tra la folla erano presenti anche i militanti di estrema destra collegati a Casapound, uniti nella protesta del movimento, accomunati dall’hashtag #IoApro su Twitter, che invita a restare aperti contro le restrizioni anti Covid.
Nonostante i tanti dubbi e le discussioni all’interno delle forze politiche in Parlamento, la linea del Governo per ora non cambia: costante monitoraggio dei contagi e ricoveri, ma una svolta sarà possibile solo se i parametri lo consentiranno nelle prossime settimane.
Prudente il sottosegretario al Ministero della salute, Pierpaolo Sileri: “Oggi è difficile stabilire la data esatta delle riaperture. Se si osserva il trend nazionale dell’indice di contagio, attualmente in diminuzione, è verosimile che la situazione migliorerà già a partire dalla terza decade di aprile”.
“Aprire ristoranti e teatri”, “ipotesi ok bar”, “riapertura è un miraggio” e “l’Italia vuole ripartire” sono le frasi rilevate con più frequenza all’interno delle conversazioni con gli algoritmi di intelligenza artificiale di *Kpi6, tutte concentrate in un picco, il 6 aprile, giorno delle manifestazioni.
Il disagio va in piazza e sui social in maniera disintermediata, con messaggi radicali, posizioni polarizzate, senza generare thread di conversazioni considerevoli dal punto di vista dei volumi, nei giorni successivi. L’engagement, ossia il livello delle interazioni, si posiziona sullo 0,7%; un valore abbastanza modesto trattandosi di contenuti assertivi, posizioni nette, che lasciano poco spazio al dialogo e obiezioni.
Una protesta che non ha attivato interlocuzioni con le forze politiche, sul web, caratterizzata da un sentiment nettamente negativo (87%) all’interno del quale la rabbia è particolarmente alta (32%), unita alla disapprovazione (55%).
L’analisi semantica delle conversazioni e delle emozioni ricavabili all’interno dei contenuti pubblicati evidenzia anche un 10% di ammirazione, gioia e solidarietà con i manifestanti.
Le attività economiche e commerciali sono solo parzialmente al centro del dibattito sulle riaperture, infatti i temi più discussi nell’ultimo mese monitorato sono le scuole, teatri e cinema, oltre ai ristoranti, che sommati attirano oltre 80% dell’interesse.
La manifestazione potrebbe ripetersi il 12 aprile, come ha confermato Giovanni Favia, uno dei portavoce della categoria dei ristoratori, che ha aggiunto: “Il palazzo prima o poi si troverà gandianamente circondato, perché non abbiamo più niente da perdere”.
* Analisti: Gaetano Masi, Marco Mazza, Giuseppe Lo Forte
Giornalista, content editor: Massimo Fellini