AGI - Un busto in marmo del luogotenente di Vittorio Emanuele I, Francesco Maria Magnon, a Santa Teresa di Gallura provoca 'l'insurrezione' degli indipendentisti sardi di Irs. La cittadina del Nord Sardegna venne fondata dal re nel 1808 proprio su richiesta del contestato ufficiale sabaudo che ora il Comune vuole omaggiare scontrandosi però con gli attivisti del movimento 'indipendentzia Repubrica de Sardigna'
"Qualche giorno fa l'amministrazione comunale - rende noto un comunicato degli indipendentisti sardi - ha promosso e presumibilmente autorizzato il posizionamento (in attesa di inaugurazione) di un busto in marmo bianco raffigurante Magnon in alta uniforme con annessa dicitura "...principiò l'opera di progresso in questa remota frontiera del Regno di Sardegna". Inaccettabile secondo l'Irs che non esita ad affermare: "Sarebbe peggio di arrivare a Fertilia o ad Arborea e trovarsi davanti ad una statua in onore di Benito Mussolini che viene ringraziato dai cittadini in quanto il paese è di fondazione fascista".
"No alla statua del tiranno"
Gli indipendentisti ricordano le repressioni dei 'rivoluzionari sardi' da parte delle truppe guidate da Magnon che definiscono "uno dei rappresentanti più sanguinari dei Savoia nell'isola". Il fatto ancora più umiliante - sottolineano - è che la 'statua dal tiranno' è stata posizionata ai piedi della torre di Longosardo dove avvenne l'esecuzione del sacerdote Francesco Sanna Corda, uno degli ultimi oppositori al potere sabaudo.
Proposto un dibattito pubblico con gli storici
"Possiamo nel 2021, quando in Sardegna e nel Meridione si discute di cambiare l'odonomastica delle vie dedicate ai Savoia o a chi li rappresentava, mettere in pubblico luogo l'immagine di questa casata che dalla Sardegna ha solo preso, perfino il titolo regio?", chiede Irs che propone all'amministrazione comunale un dibattito pubblico, con la presenza di storici e studiosi, per analizzare e far conoscere a tutta la popolazione chi sono stati veramente i Savoia e chi era Pierre Francois Marie Magnon. Poi - concludono gli indipendentisti - sarà la popolazione "a decidere se omaggiare i carnefici o i liberatori della Sardegna".