AGI - Papa Francesco ha celebrato la Messa 'in coena Domini' presso la cappella dell'appartamento del cardinal Angelo Becciu, per manifestargli amicizia e vicinanza.
Erano presenti alla celebrazione le suore che curano l'abitazione del porporato e un gruppo di focolarine. Non stupisce, affermano fonti vaticane, il gesto compiuto da Papa Francesco. Si tratta, sottolineano, di un gesto di paternità in un giorno come il Giovedì Santo.
Le indiscrezioni parlano di un Papa Francesco che non voleva certo tenere nascosta la notizia, di per sé ben poco prevedibile. Sulla carta si potrebbe sostenere, ma sarebbe un bel paradosso, che non c'è niente di nuovo, perché Bergoglio da anni era solito intrattenersi a casa del Cardinal Angelo Becciu, il Giovedì Santo, per le celebrazioni della messa 'in coena Domini'. Ma di mezzo, tra la scorsa Pasqua e questa, non c'è stato solo il covid: c'è stato un tardo pomeriggio di settembre in cui, sempre a sorpresa, il porporato venne convocato dal Pontefice e, nell'arco di una mezzora, privato del suo incarico alla Segreteria di Stato e delle prerogative del cardinalato. Un gesto di assoluta rottura, con due soli altri casi comparabili in tutto il precedente secolo di vita della Chiesa.
A sottolineare l'eccezionalità dell'evento anche la reazione del diretto interessato, che nemmeno ventiquattr'ore dopo convocò una clamorosa conferenza stampa in cui pronunciò - dopo aver protestato la propria innocenza sul caso della vendita di un immobile in una delle zone più care di Londra - una frase sibillina: "fino alle 18,03 di ieri ero amico del Papa". Ed aggiunse: spero che nessuno l'abbia manipolato. Parole che, se riferite ad un pontefice, sono di non poco peso.
Oggi, sempre in orari poco usuali, si viene a sapere quanto segue: "Questa sera Papa Francesco ha celebrato la Messa in Coena Domini presso la cappella dell'appartamento del cardinal Angelo Becciu, per manifestargli amicizia e vicinanza. Erano presenti alla celebrazione le suore che curano la abitazione del prelato ed un gruppo di focolarine".
Poco più tardi fonti vaticane hanno sottolineato che il gesto "non stupisce" perché "si tratta di un gesto di paternità in un giorno come il Giovedì Santo". Non pare si possa parlare di pace fatta, ma la distensione è in corso se non in fase avanzata.
Non sono ancora conosciute le esatte ragioni che hanno spinto Francesco ad un passo di paternità, magari, ma certamente spiazzante per gli estranei alla vicenda delle indagini avviate sul conto di Becciu. Lecito immaginare, però, che l'imminente fine dell'inchiesta (data in fase di chiusura già a gennaio) abbia influito sull'atteggiamento del Papa, che era parso divenire meno intransigente già da alcune settimane.
Oggi, poi, l'Osservatore Romano rifletteva in occasione del Giovedì Santo sulla riconciliazione e la comprensione. Sicuramente è forzato mettere i due fatti in un rapporto di causa ed effetto, ma resta agli atti che la notizia, così come è stata fatta filtrare, parla esplicitamente di vicinanza ed amicizia. Come a dire: se dalle 18,03 di quel giorni non eravamo più amici, dalle 17,30 di oggi - ora dell'inizio della celebrazione - possiamo esserlo di nuovo.
Del resto nella stessa omelia pronunciata stamane per la Messa del Crisma a San Pietro ancora Bergoglio aveva fatto riferimento a quella attuale come ad una "epoca di scandali" invitando a non sentire le suggestioni del Maligno superando "legalismi" e "moralismi".
"Noi non ci scandalizziamo perché non si è scandalizzato Gesù dovendo guarire malati e liberare prigionieri in mezzo alle discussioni e alle controversie moralistiche, legalistiche, clericali che suscitava ogni volta che faceva il bene", sono state le parole del Pontefice di questa mattina. "Noi non ci scandalizziamo perché non si è scandalizzato Gesù dovendo dare la vista ai ciechi in mezzo a gente che chiudeva gli occhi per non vedere o guardava dall'altra parte. Noi non ci scandalizziamo perché non si è scandalizzato Gesù del fatto che la sua predicazione dell'anno di grazia del Signore, un anno che è la storia intera, abbia provocato uno scandalo pubblico in ciò che oggi occuperebbe appena la terza pagina di un giornale di provincia".
E chissà a cosa pensava pronunciando queste parole.