AGI - No alla revisione del processo per Alberto Stasi, condannato in via definitiva a 16 anni di reclusione per l'omicidio della fidanzata Chiara Poggi, avvenuto a Garlasco il 13 agosto 2007.
La prima sezione penale della Cassazione, dopo una camera di consiglio svolta oggi, ha rigettato il ricorso di Stasi contro la decisione del 2 ottobre scorso della Corte d'appello di Brescia con cui era stata dichiarata inammissibile l'istanza di revisione presentata dalla sua difesa.
La difesa di Stasi aveva presentato l'istanza di revisione sulla base di nuovi elementi - tra questi, impronte su un dispenser di sapone, capelli sul lavandino, e circostanze relative a una testimonianza - ma la Corte d'appello di Brescia, con l'ordinanza impugnata da Stasi in Cassazione, aveva affermato che non fossero da ritenere "nuove prove" ai fini di una revisione e che non incidessero sugli elementi indiziari posti alla base della sentenza di condanna, divenuta definitiva nel dicembre 2015.
Ora bisognerà attendere il deposito della sentenza - che di norma avviene entro un mese - per conoscere le motivazioni della decisione di questa sera della Suprema Corte. Stasi - che era stato assolto nei primi due gradi di giudizio (con rito abbreviato) e, dopo l'annullamento con rinvio della Cassazione del 2013, condannato in appello-bis (sentenza confermata in Cassazione) - è tuttora detenuto nel carcere di Milano Bollate.
"I numerosi tentativi di ribaltare l'esito del processo effettuati in questi anni non hanno avuto effetto: la decisione della Cassazione conferma ancora una volta la responsabilità di Stasi al di là di ogni ragionevole dubbio". Lo dichiarano gli avvocati Gianluigi Tizzoni e Francesco Compagna, legali della famiglia di Chiara Poggi.