AGI - Nell'Italia rossa, con alcune regioni in arancione, è soprattutto la 'Sardegna bianca' a temere il via libera ai trasferimenti nelle così dette 'seconde case'. Protestano sindaci ed esponenti politici di diversi schieramenti nel timore che un'ondata di turisti, in vista delle vacanze di Pasqua, vanifichi i risultati ottenuti nella lotta al virus. Secondo quanto apprende l'AGI, la Regione sta studiando provvedimenti più restrittivi per chi arriva nell'isola. Ancora niente di ufficiale, ma non è esclusa un'ordinanza a breve del presidente della Regione Christian Solinas. È atteso un provvedimento che punti a intensificare i controlli dopo gli sbarchi in porti e aeroporti.
Si punta a intensificare i controlli
Dall'8 marzo chi arriva nell'isola deve presentare un certificato di negatività al virus o sottoporsi a un test rapido. Chi non intende farsi testare nei porti e negli aeroporti, deve farlo, entro 48 ore, in una struttura autorizzata e comunicare l’esito del tampone molecolare all’Azienda sanitaria competente. È proprio su questi arrivi che saranno rafforzate le verifiche in modo tale che non si possa sfuggire alle maglie del sistema di controlli approntato, con l'ordinanza del presidente della Regione del 5 marzo scorso, per difendere la zona bianca.
L'allarme dei sindaci
Il primo a lanciare l'allarme è stato il presidente dell'Anci Sardegna, Emiliano Deiana. "La possibilità di spostarsi dalle zone rosse verso le seconde case nelle zone bianche è un errore gravissimo che non può essere accettato in alcun modo", ha scritto sul suo profilo Facebook dopo la pubblicazione delle Faq, le domande più frequenti sulle misure anti-Covid introdotte con decreto legge del 13 marzo scorso. Timore e indignazione sono cresciuti sui social fra comuni cittadini e, soprattutto, amministratori locali.
Le seconde case soprattutto nel Nord
Le seconde case in Sardegna, incluse quelle di proprietà di residenti, sono oltre 223 mila, la maggior parte concentrate nel Sassarese e in Gallura dove sono occupate soprattutto in estate. Il sindaco di Arzachena, Roberto Ragnedda, memore di quanto successo ad agosto in Costa Smeralda con l'apertura della discoteche ha subito chiesto maggior rigore. "In questo momento delicato, la rete dei controlli agli ingressi dai maggiori scali dell’Isola deve essere infallibile", ha sottolineato, "perché il rischio è altissimo e dobbiamo difendere con tutte le nostre forze la zona bianca".
Interrogazione alla Camera
E mentre cresce la preoccupazione tra gli amministratori locali, la questione arriva anche in parlamento. Il deputato e coordinatore di Forza Italia in Sardegna, Ugo Cappellacci, ha presentato un'interrogazione al governo perché "protegga la Sardegna da flussi incontrollati dalle zone rosse verso le seconde case". La protesta è comunque bipartisan: il gruppo del M5s in Consiglio regionale ha chiesto l'intervento del presidente della Regione per difendere la zona bianca. "Vanificare questo risultato consentendo a chi risiede in zona rossa di venire a svernare nella nostra isola - hanno sottolineato i pentastellati - è assurdo e inaccettabile". Hanno preso posizione anche i Progressisti per i quali "aprire le gabbie ora è una follia". Il capogruppo in Consiglio regionale, Francesco Agus, ha messo in guardia sui rischi di perdere la zona bianca ricordando che i presidenti delle Regioni Val d’Aosta e Campania hanno protestato con forza contro gli ingressi dalle zone rosse per i proprietari di seconde case".
E se da altre parti d'Italia si sollevano perplessità e timori per la libertà concessa ai proprietari di seconde case, il pragmatico governatore altoatesino Arno Kompatscher non ha avuto remore nel bloccare l'eventuale flusso di vacanzieri, o presunti tali, fino al 6 aprile, almeno per quanto riguarda la Provincia di Bolzano. “Sarebbe difficile spiegare a chi non può uscire dal proprio Comune il fatto che si consente, a chi vive in altre regioni, di fare le vacanze nella seconda casa”, ha semplicemente argomentato.