AGI - I vaccini nonostante siano indispensabili per uscire dalla pandemia, sono al centro della discussione pubblica, tra no vax, pro vax e persone dubbiose in cerca di risposte. Ci aspetta una imponente campagna di vaccinazione di massa finalizzata alla salute pubblica dell’intera comunità, eppure la grande mole delle informazioni genera spesso confusione, preoccupazioni e discussioni.
Tra i tanti vaccini che vengono somministrati in queste ore in tutto il mondo, in Italia in particolare la discussione sul web si è concentrata su quattro sigle: AstraZeneca (azienda biofarmaceutica anglo-svedese), Pfizer e Moderna (aziende farmaceutiche statunitensi) che stanno producendo vaccini approvati dall’Agenzia europea per i medicinali (Ema), e dall'Agenzia italiana del farmaco (AIFA), oltre al vaccino russo Sputnik sviluppato dal Gamaleya Research Institute, ma non ancora approvato dalle autorità competenti.
Una discussione che in rete è cresciuta esponenzialmente nelle ultime ore in seguito ai casi di trombosi registrati dopo la somministrazione di un preciso lotto di vaccino AstraZeneca; "Nessun nesso fra AstraZeneca e i casi di trombosi", assicurano Mario Draghi e Ursula von der Leyen, ma Danimarca, Bulgaria e Romania hanno sospeso la somministrazione e in Italia è stato ritirato un lotto. Due casi sospetti anche in Sicilia e due in Austria.
L’AIFA sta cercando di capire con esattezza lo stato delle cose, ma nel frattempo precisa: "Non ci sono prove di aumento del rischio". Sul web non tutti la pensano allo stesso modo
Grazie agli algoritmi di intelligenza artificiale di *Kpi6 registriamo un valore di sentiment negativo molto alto sui vaccini da parte dell’audience. Importante precisare che l’analisi, in tempo reale delle reazioni ed emozioni degli utenti concentrata sulla vaccinazione, distribuisce sentiment negativo su diversi aspetti inerenti le vaccinazioni: ritardi nella somministrazione alla popolazione, logistica, scarsi approvvigionamenti da parte delle aziende fornitrici e potenziali effetti collaterali.
Perciò è un sentiment negativo non esclusivamente collegato ai contenuti pubblicati da persone ostili alle vaccinazioni (no vax), ma anche ad un campione ampio di persone che vorrebbero vaccinarsi, ma non gli è consentito a causa delle scarse dosi di siero disponibili, e dagli ostacoli organizzativi.
La discussione riguarda anche le tecnologie con le quali i vaccini sono realizzati, a vettore virale (AstraZeneca e Sputnik) e mRNA (Moderna e Pfizer). Una discussione basata spesso su scarse nozioni ed esperienze scientifiche, ma che dimostra quanto sia scarsa l’attitudine ad affidarsi alle competenze di medici e scienziati, e come invece sia diventato frequente selezionare informazioni in rete, spesso prive di accreditamento scientifico, per formulare opinioni e orientare le proprie scelte. Analizzando le conversazioni molti italiani si dicono favorevoli alla vaccinazione a patto di poter scegliere quale vaccino farsi iniettare, nonostante la comunità scientifica si sia espressa sul tema, confermando come tutti i vaccini approvati e attualmente disponibili, siano sicuri e affidabili.
Proprio il tema della sicurezza resta centrale, la notizia dello stop imposto a uno specifico lotto di AstraZeneca in Italia, ha fatto immediatamente decollare le conversazioni, così come è avvenuto il giorno della vaccinazione del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. AstraZeneca infatti è associata alle conversazioni con il maggior tasso di sentiment negativo, diversamente da siero di Moderna, ma quest’ultimo è un vaccino del quale generalmente si è parlato molto meno in rete, nonostante sia tra i primi arrivati in Italia.
L’analisi semantica dei contenuti dimostra che gli effetti sulla salute (effetti collaterali, sicurezza, tecnologia di progettazione) sono maggiormente presenti nelle conversazioni (68%) rispetto agli aspetti organizzativi e logistici (32%), legati alle dosi disponibili.
La consapevolezza collettiva spinge le audience a porsi domande sull’opportunità di vaccinarsi in relazione all’analisi costi benefici, producendo una discussione pubblica sulla rete e sui social nella quale sono pressoché assenti i riferimenti ai medici di medicina generale, ai virologi e agli scienziati.
* Analisti: Gaetano Masi, Marco Mazza, Giuseppe Lo Forte
Giornalista, content editor: Massimo Fellini