AGI - La pandemia in Italia ha portato ad un’impennata degli attacchi informatici, anche per tentare di “esfiltrare dati sensibili da strutture ospedaliere, centri di ricerca e realtà impegnate nello sviluppo di vaccini e terapie contro il Covid 19". È l’allarme lanciato nella relazione al Parlamento ‘Sulla politica dell’Informazione per la Sicurezza 2020’ curata dal Comparto Intelligence, Dis, Aise e Aise.
"Come altri fronti, anche quello della minaccia cibernetica è stato significativamente condizionato dall'emergenza pandemica – spiegano nella relazione gli 007 - chiamando il Comparto a orientare una parte rilevante degli sforzi verso il contenimento di progettualità ostili (di matrice statuale, hacktivista o criminale): miranti a sfruttare il massiccio ricorso al lavoro agile in danno di operatori pubblici e privati”.
L’allarme dell’intelligence riguarda anche il rischio di attacchi da parte di speculatori stranieri ai danni delle aziende in sofferenza a causa dell’emergenza Covid.
"La crisi sanitaria ha messo in luce in modo ancora più marcato la postura aggressiva di attori esteri – sottolineano - determinati a conseguire posizioni di leadership commerciale e tecnologica in aderenza ad obiettivi ed indirizzi di carattere geopolitico".
Per i nostri Servizi la pandemia “ha agito su più piani: abbattendosi sulle economie e sul commercio internazionale, condizionando dinamiche geopolitiche e sviluppi d'area, aggravando vulnerabilità sistemiche e tensioni sociali, dilatando gli spazi per manovre ostili ed inserimenti strumentali di vario segno e matrice".
Altra minaccia è rappresentata dall’impennata "di campagne disinformative e fake news". "Mirata e coordinata azione intelligence è stata riservata alla cosiddetta 'minaccia ibrida' - si legge nel documento - è stata registrata una elevatissima produzione di fake news e narrazioni allarmistiche, sfociate in un surplus informativo di difficile discernimento per la collettività.
Fattore di rischio intrinseco al fenomeno della disinformazione online ha continuato a risiedere nelle logiche e negli algoritmi alla base dello stesso funzionamento dei social media, tendenti a creare un ambiente autoreferenziale ed autoalimentante, fondato sulla condivisione dei contenuti e delle relazioni di interesse che, polarizzando l'informazione disponibile, ne alimenta quindi la percezione parziale e faziosa".
Rischio sanitario e infiltrazioni terroristiche
Altro fenomeno nel mirino dell’intelligence è quello dell’immigrazione legato a rischi sanitari e al pericolo di infiltrazioni terroristiche. "Gli arrivi parcellizzati attraverso la frontiera terrestre, così come gli sbarchi fantasma dal Nordafrica o dalle sponde turco-elleniche, restano, sul piano della sicurezza, le modalità d'ingresso più critiche – si legge nella relazione - rispetto alle quali i rischi sanitari connessi alla possibile dispersione sul territorio nazionale di soggetti positivi al virus sono andati ad aggiungersi al pericolo di infiltrazioni terroristiche".
"Le risultanze della serrata attività d'intelligence", si sottolinea, "fanno ancora escludere un ricorso sistematico ai canali dell'immigrazione clandestina per la movimentazione di jihadisti, ribadendo peraltro la sussistenza di rischi connessi all'eventualità che nei centri di confluenza e
accoglienza dei migranti possano maturare processi di radicalizzazione islamista".
"Contesto sensibile resta quello carcerario, come testimoniato dalle espulsioni a fine pena di estremisti o altri soggetti ristretti per reati comuni che, durante la detenzione – si legge - hanno confermato o manifestato per la prima volta la propria adesione all'ideologia jihadista, rendendosi responsabili di manifestazioni apologetiche, atteggiamenti rivoltosi e reazioni violente contro il personale penitenziario e correligionari non 'in linea'".
"Come nel resto d'Europa, in Italia ha continuato a registrarsi una certa adesione al jihadismo attraverso il web, dove vengono diffusi articoli, infografiche, video di propaganda in lingua italiana, condiviso materiale teso a veicolare istanze anti-occidentali e diramate immagini minatorie di monumenti simbolo del nostro Paese e del Cristianesimo – scrivono gli 007 sottolineando l'attenzione, in questo contesto, al "rischio legato all'effetto istigatorio che tale messaggistica potrebbe esercitare su soggetti particolarmente influenzabili, siano essi residenti (homegrown/di recente immigrazione) o in transito, orientandoli verso estemporanei gesti dimostrativi o provocatori, anche con esiti violenti, se non motivandoli a veri e propri atti organizzati di jihad individuale".
Nel 2020 l'impegno dell'intelligence si è concentrato sulla crisi in Libia a salvaguardia degli interessi nazionali nell'intera area. "Specifica attenzione è stata riservata agli sviluppi delle relazioni tra le diverse componenti libiche, dell'Ovest e dell'Est, che, dalla seconda metà dell'anno - scrivono gli 007 - con l'interruzione delle ostilità seguita al raggiungimento del 'cessate il fuoco', hanno fatto registrare l'apertura di un'importante finestra di opportunità negoziale".
La minaccia anarco-insurrezionalista
Per quanto riguarda l’eversione interna, "le evidenze raccolte dall'Intelligence nel 2020, sistematicamente condivise con le Forze di polizia, fanno stato di come l'anarco-insurrezionalismo resti la componente eversiva endogena più vitale".
Gli esperti dell'intelligence spiegano che nel corso della pandemia sono stati "intensificati sul web i messaggi istigatori contro la 'militarizzazione' del territorio e l'asserita volonta' dello Stato di enfatizzare la pericolosità del virus per promuovere il controllo sociale. Sono nati nuovi siti, attraverso i quali incitare alla rivolta e alla violazione dei divieti imposti dalle Autorità - si legge nel documento - fornire suggerimenti operativi e lanciare attacchi alle Forze di polizia".
Nell’ambito dell’estrema destra si sottolinea che nell’ultimo anno grazie al web si sono affacciate anche "narrative razziste, omofobe ed antisemite, ispirate al suprematismo bianco, all'esoterismo nazista e alle svariate teorie del complotto".
"Tra queste ultime, figura la statunitense "QAnon" - si legge nel documento - assurta alla ribalta mediatica dopo la partecipazione di suoi seguaci all'assalto a Capitol Hill del 6 gennaio 2021".
'Ndrangheta l'espressione mafiosa più dinamica
Per quanto riguarda la criminalità organizzata "la 'ndrangheta si conferma l'espressione mafiosa più dinamica che, al persistente e diffuso attivismo nella regione di origine, associa una radicata presenza, nel resto del territorio nazionale, di propaggini - sovente con solide basi all'estero - proiettate nel traffico di stupefacenti e nella penetrazione dei circuiti imprenditoriali e amministrativi".
Cosa Nostra palermitana "sul piano organizzativo – scrivono gli 007 - ha risentito delle difficoltà di ripianare le posizioni di vertice rese vacanti dall'azione di contrasto, della mancata ricostituzione di un coordinamento unitario a livello provinciale e di talune tensioni interne".
Infine, tra le organizzazioni straniere attive sul nostro territorio per gli analisti dell’intelligence "le formazioni nigeriane, fortemente incise dall'azione di contrasto, restano la componente criminale straniera più strutturata, ramificata e pervasiva”.
"A testimonianza della loro crescita organizzativa, si sono evidenziati sempre più per il coinvolgimento in pratiche di evasione fiscale e riciclaggio – si legge nel rapporto - articolate frodi informatiche e per il trasferimento, attraverso piattaforme finanziarie online, di ingenti somme nei Paesi di origine, in alternativa ai più tradizionali metodi basati su money transfer informali gestiti all'interno dei cosiddetti african shop".