AGI - Non ce la possiamo fare. Inutile gli appelli alla prudenza, i dati dei contagi in crescita, il numero di morti che resta costantemente sui 3-400 al giorno. Il sabato sono in tanti a scendere in strada e (spesso) noncuranti delle regole di sicurezza si assembrano a decine, indossando la mascherina spesso a mo' di sciarpa. Ogni occasione è buona per toglierla: per fumare, per bere, per mangiucchiare qualcosa, per soffiarsi il naso...
Anche ieri pomeriggio, come ogni sabato nelle ultime settimane, chiusure temporanee a causa di assembramenti sono scattate a Roma, sia a piazza dell'Immacolata a San Lorenzo sia alla scalea del Tamburino a Trastevere. Entrambi quartieri caratterizzati dai locali della movida. I vigili sono intervenuti per la presenza di un elevato numero di persone, soprattutto giovani, che rendeva impossibile il rispetto delle norme di prevenzione del contagio da Covid. Folla e assembramenti anche lontano dal centro storico, dal quartiere Appio al litorale di Ostia, dove numerose pattuglie sono dovute intervenire in piazza Anco Marzio per la presenza di assembramenti. In due giorni, venerdì e sabato, sono state identificate dalla polizia 190 persone, di cui 18 stranieri, e solo una persona multata perché sorpresa senza mascherina di protezione.
Nella notte, inoltre, due party clandestini sono stati interrotti dai carabinieri della Capitale e 35 persone multate e una denunciata. La prima festa clandestina è stata scoperta dai militari in una casa vacanza di via dell'Orso, a due passi da piazza Navona. La proprietaria dell'immobile, una romana di 34 anni, ha tentato di impedire l'ingresso dei militari all'interno dell'appartamento dove si trovavano in tutto 15 ragazzi. La donna è stata poi condotta in caserma e denunciata per resistenza e oltraggio a Pubblico Ufficiale e sanzionata assieme alle altre 14 persone per la violazione delle norme anti-Covid. I carabinieri della compagnia Trastevere sono, invece, intervenuti con diverse pattuglie in un'abitazione privata in via Garibaldi dove era stata segnalata la presenza di un party privato con musica ad alto volume. All'interno i militari hanno sorpreso 20 persone in violazione delle norme anti-Covid. La festa è stata immediatamente interrotta e tutte le persone presenti sono state multate.
Dal Centro al Nord. Un grosso assembramento con centinaia di persone si è verificato ieri sera alla Darsena di Milano dove gruppi di giovani si sono assiepati davanti a un bar e hanno ballato per ore con i cocktail in mano: una sorta di discoteca improvvisata all’aperto con scene sono state riprese video e foto condivisi sul web. Poi, pochi minuti prima delle 23, è scoppiata addirittura una rissa. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri, che sono intervenuti, a partecipare sono stati una ventina di giovani. Sul posto sono arrivati i militari del nucleo ordine pubblico che in un’ora circa sono riusciti a sedare gli animi. Non ci sono stati scontri fisici gravi né feriti, ma solo lanci di bottiglie. Da lunedì il capoluogo lombardo e l’intera regione saranno zona arancione e dunque non sarà più possibile consumare bevande all’interno e all’esterno dei locali, nemmeno fino alle 18.
Sedici giovani, tra i 19 e i 28 anni, sono stati sanzionati perché avevano organizzato un party abusivo in un appartamento di via Napo Torriani, zona stazione Centrale del capoluogo lombardo. I proprietario di un bar è stato multato in viale Francesco Crispi perché era rimasto aperto anche la sera con una quarantina di clienti dentro. Entrambi gli episodi sono avvenuti poco prima della mezzanotte e a intervenire è stata la polizia, che ha comminato le sanzioni amministrative previste in questi casi. Per quanto riguarda il primo episodio a segnalare alla polizia i rumori sono stati i vicini: quando gli agenti sono arrivati hanno trovato dentro sette italiani, 8 svizzeri e un tedesco che facevano festa. In viale Crispi invece la multa è arrivata anche ai 38 clienti; nell'occasione sono stati sequestrati anche un telefono e qualche grammo di cocaina.
Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, ha commentato sui social gli assembramenti e la discoteca improvvisata che si sono verificati sabato:"Ieri sera intorno ai Navigli e alla Darsena c'erano migliaia e migliaia di persone. Le forze dell'ordine, tra quelle coordinate dalla questura e quelle del Comune, erano pari a circa 200 unità (il numero l'ho ricevuto dal prefetto). E, che piaccia o no, di più non si poteva metterne, perché la città è grande e va gestita nella sua interezza".
"Questa è la realtà - ha aggiunto Sala - sarebbe stato meglio chiudere nel pomeriggio la Darsena? Ma secondo voi, chi stava in giro sarebbe stato a casa o sarebbe andato da qualche altra parte? Avete idea di quanti luoghi cittadini raccolgono la sera persone che si aggregano? E poi, ci lamentavamo quando il Governo precedente decideva dalla sera alla mattina il cambio di 'colore', ora che la decisione viene comunicata tre giorni prima vedete tutti cosa succede", ha proseguito il primo cittadino.
"Ma se viene meglio scrivere a lettere cubitali 'dove erano poliziotti e vigili' cosa volete che vi dica? Solo che continuerò a lavorare, a metterci la faccia. Con pazienza, dedizione e misura, come il mio ruolo richiede". Un'ultima riflessione, da parte di Sala: "L'ho detto ieri, con questa terribile pandemia se non si rispettano le regole poi si paga pegno. Così probabilmente sarà e purtroppo le conseguenze ricadranno su tutta la comunità"
L'AGI ha chiesto alle persone che nel quartiere Appio si sono riversate nelle piazze dello shopping, o per un aperitivo o semplicemente per godersi un po' di sole all'aperto. Persone di tutte le età, ma soprattutto giovani, la maggior parte dotati di mascherine sul viso, camminano sulla via principale e nelle vie limitrofe in piccoli gruppi. Sono tante le persone sedute all'esterno dei bar e quelle fuori dai negozi di abbigliamento. "È primavera, la gente ha bisogno di vivere. Le restrizioni sono accettabili se lo Stato funziona, ma qui non sono stati neanche capaci di ordinare i vaccini", protesta Pietro, 28 anni, che con un gruppo di amici passeggia a "Villa Lazzaroni", parco su via Appia Nuova. "Noi ci comportiamo in maniera responsabile - spiega il giovane - ma è passato un anno. Io mi vaccinerei domani, basta che poi ci consentano di vivere".
Uno sfogo a cui fa eco Silvia. "Ho 26 anni, nessun posto di lavoro - spiega - non vedo la mia famiglia, perché non voglio infettare nessuno. Sentivo oggi al Tg5 che parlavano della Gran Bretagna, loro sì che sono avanti con i vaccini. Altro che noi". "Per 'noi' intendo l'Europa...", puntualizza la 26enne. C'è paura del Covid-19. E, moltissimi, ricordano come fosse ora le bare di Bergamo sui camion militari.
C'è consapevolezza e tristezza, perché dopo un anno sembra che l'incubo non sia alle spalle. "Ma si può stare così nel 2021?", si chiede Ida, 45 anni, che insieme ad un'amica prende un caffè all'"Appia Caffè". "Io non capisco come è possibile.La scienza è andata veloce, ma non siamo stati capaci di sfruttare questo vantaggio", dice riferendosi a una campagna vaccinale che stenta a decollare. "Ma se mancano le dosi...", la riprende l'amica. "Vuol dire che hanno sbagliato a trattare", risponde Ida. Il clima è mite, ma non ancora estivo. Eppure c'è chi è appena rientrato da una gita al mare. "Sono stato a Ostia, almeno sulla spiaggia posso togliere la mascherina. Non se ne può più", dice all'AGI Andrea, 38 anni. "Ero da solo, ho perso il lavoro e pure la fidanzata. Colpa della pandemia e delle distanze", spiega. "Non vive a Roma e nell'ultimo anno ci siamo visti pochissimo", aggiunge.
I negozi si riempiono. E, intanto, su via Eurialo, c'è gente che attende il tampone rapido, davanti alla farmacia. "È un controllo, sono stato contatto diretto di un positivo. A lavoro non mi hanno chiesto nulla, ma preferisco essere responsabile", spiega Lorenzo. Gente anche al parco della Caffarella. Qualche runner sulla 40ina, ma soprattutto genitori con i figli piccoli. Passeggiano, immaginando il domani: possibilmente, senza mascherina.