AGI - Massima prudenza. Per ora tutte le richieste di riaprire - ristoranti, palestre, luoghi di cultura - si scontrano con le tesi del Comitato tecnico scientifico ma anche con i timori del premier e dei ministri interessati di allentare le maglie.
Si vedrà nei prossimi giorni quale sarà l'incidenza della variante inglese e come si evolverà il quadro dei contagi ma intanto il Cts ha dato indicazioni chiare e anche l'esecutivo non ritiene di modificare la linea. Le misure restano dunque le stesse, nonostante gli inviti a considerare l'ipotesi delle riaperture. Non si può abbassare la guardia, dunque.
Nella riunione tenutasi in serata - alla presenza del presidente del Consiglio, Mario Draghi, del ministro della Salute, Roberto Speranza, del responsabile per gli Affari regionali, Maria Stella Gelmini, e dell'Economia, Daniele Franco, e dei ministri capo delegazione dei partiti di maggioranza, si sarebbe ragionato sulla possibilità che le ordinanze che possono prevedere un cambio di colore per le regioni entrino in vigore il lunedì, non più la domenica.
E che le comunicazioni di eventuali cambi di linea arrivino con anticipo, rispetto al passato. Si dovrebbe comunque agire nuovamente con un dpcm che dovrebbe essere definito nel week end.
Alla riunione oggi in una prima fase erano presenti il presidente del Consiglio Superiore di Sanità, Franco Locatelli, il presidente dell'Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, e il coordinatore del Cts, Agostino Miozzo, che hanno espresso preoccupazione per la diffusione della variante inglese e rimarcato la necessità di evitare fughe in avanti.
"Non abbiamo parlato di riaperture", hanno sottolineato gli esperti del Cts. Domani intanto ci sarà la relazione del ministro Speranza alle Camere che ribadirà la linea fin qui portata avanti e che non prevede per il momento variazioni.