AGI - Condannati dieci agenti della polizia penitenziaria del carcere di San Gimignano accusati di avere usato metodi violenti nei confronti di un detenuto tunisino nella fase di trasferimento da una cella ad un’altra.
Due agenti sono stati condannati a due anni e tre mesi, sette a due anni e sei mesi ed uno a due anni e otto mesi. Il pubblico ministero Valentina Magnini aveva chiesto condanne a tre anni per otto agenti, a due anni per un assistente capo e ad un anno e dieci mesi per un agente scelto. Gli accusati dovevano rispondere dei reati di tortura in concorso e lesioni aggravate in concorso.
Sulla base del dibattimento svoltosi con rito abbreviato, durante il quale sono state utilizzate immagini delle telecamere di sorveglianza, gli agenti sono stati condannati questo pomeriggio dal giudice Jacopo Rocchi.
Per tutti decisa l’interdizione dai pubblici uffici per il periodo della condanna erogata ma solo quando la sentenza sarà definitiva ed anche un risarcimento economico al detenuto di 80 mila euro, anche in questo caso a sentenza definitiva.
La sentenza ha riconosciuto l’accusa di tortura come reato autonomo che, secondo il garante nazionale dei detenuti Michele Passione, una delle parti civili, “è reato più grave quando a commetterlo sono dei pubblici ufficiali che devono sapere che indossano una divisa e devono quindi fare il loro dovere”.
Delusione per i legali della difesa che hanno detto di aspettare le motivazioni della sentenza per decidere di appellarsi.
“Sicuramente faremo appello – ha detto l’avvocato Manfredi Biotti, legale di nove dei dieci agenti- perché questa sentenza non ci dà giustizia, non rappresenta l’ambiente carcerario. Si sta strumentalizzando una situazione che in realtà non è quella. Ritengo che il giudice abbia deciso secondo la sua idea e impostazione per lui in modo giusto: capiremo qual è la sua ricostruzione dei fatti e le motivazione e poi vedremo”.
L’episodio al centro del processo si è verificato l’11 ottobre di due anni fa, quando il detenuto tunisino di 31 anni in carcere per reati di droga e furti stava scontando una pena ad un anno. L’episodio sarebbe avvenuto quando il detenuto, in isolamento veniva trasferito da una cella ad un'altra, da 15 agenti. Per altri cinque ci sarà a maggio un processo ordinario.