AGI - Le polemiche seguite allo stop allo sci amatoriale, arrivato ieri sera a poche ore dalla prevista riapertura, hanno suscitato diversi malumori nel Cts, finito suo malgrado nell'occhio del ciclone e oggetto anche delle critiche, tra gli altri, di Matteo Salvini.
I membri del Comitato, a quanto apprende l'AGI, sono amareggiati perché si attribuiscono a un organo tecnico responsabilità, ed eventuali colpe, politiche. Sottolineando che il parere finale sull'apertura degli impianti sciistici è stato chiesto loro giovedì scorso: il tempo di analizzare i protocolli e venerdì pomeriggio è arrivato il documento del Cts, in cui si suggeriva "un approccio generale di estrema cautela, rilevando che, allo stato attuale, non appaiono sussistenti le condizioni per ulteriori rilasci delle misure contenitive vigenti, incluse quelle previste per il settore sciistico amatoriale, rimandando al decisore politico la valutazione relativa all'adozione di eventuali misure più rigorose".
Timori acuiti dall'allarme varianti, con l'indagine Iss diffusa proprio venerdì secondo cui quasi un caso su 5 in Italia è relativo alla variante inglese. La posizione, insomma, era chiara: rischioso riaprire, ma decida (come ovvio) la politica. L'annuncio del ministro Speranza è arrivato solo ieri sera, dopo un'ultimo consulto con gli esperti e l'arrivo ufficiale del parere protocollato.
Un ritardo, si spiega quindi nel Cts, non imputabile agli esperti, che si erano già espressi venerdì. Il Comitato, sempre secondo quanto appreso, sottolinea la sua correttezza ("Quando ci viene chiesto un parere, ci esprimiamo"), ribadendo che la politica ha il diritto-dovere di decidere, e non sono i tecnici a doversi prendere responsabilità che spettano ad altri.
Non ha suscitato particolare entusiasmo nemmeno l'uscita di ieri di Walter Ricciardi, che è tornato a chiedere un lockdown totale. "Tutti lo associano al Cts - viene spiegato - ma Ricciardi parla per sé stesso, è il consulente del ministro e le sue affermazioni non rispecchiano l'opinione del Comitato".