AGI - Il ministro della Salute Roberto Speranza ha firmato un provvedimento che vieta lo svolgimento delle attività sciistiche amatoriali fino al 5 marzo 2021, data di scadenza del DPCM del 14 gennaio.
Il provvedimento, spiega il ministero, tiene conto dei più recenti dati epidemiologici comunicati venerdì 12 febbraio dall’Istituto Superiore di Sanità, attestanti che la variante VOC B.1.1.7, detta variante UK e caratterizzata da maggiore trasmissibilità, rappresenta una percentuale media del 17,8% sul numero totale dei contagi.
La preoccupazione per la diffusione di questa e di altre varianti del virus SARS-CoV-2 ha portato all’adozione di misure analoghe in Francia e in Germania.
Nel verbale del 12 febbraio, il Comitato Tecnico Scientifico, con specifico riferimento alla riapertura degli impianti sciistici nelle Regioni inserite nelle cosiddette “aree gialle”, afferma che “allo stato attuale non appaiono sussistenti le condizioni per ulteriori rilasci delle misure contenitive vigenti, incluse quelle previste per il settore sciistico amatoriale”.
Il Governo si impegna a compensare al piu' presto gli operatori del settore con adeguati ristori.
Il no all'apertura degli impianti non trova d'accordo i Comuni montani, insieme a tutti gli operatori economici, secondo cui il blocco dello sci "è gravissimo".
"La stagione - afferma Marco Bussone, presidente dell'Uncem, l'Unione nazionale dei Comuni e delle comunità e Enti montani - è finita, per molti operatori che in questi istanti mi hanno confermato che non apriranno più".
"Abbiamo buttato al vento milioni di euro in quest'ultima settimana. Uno spreco. Ora contiamo i danni, che in settimana - avverte - dovranno essere rimborsati con adeguati ristori".
"Per il personale - chiede Bussone - serve immediatamente un'indennità, la cassa integrazione. Il governo Draghi si attivi immediatamente".
"Stupore e sconcerto, anche a nome delle altre Regioni, per la decisione di bloccare la riapertura degli impianti sciistici a pochissime ore dalla annunciata e condivisa ripartenza per domani" viene espresso dal presidente della Regione Emilia-Romagna, e della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini.
"Solo una settimana fa - ricorda - il Cts nazionale aveva validato la riapertura di queste attività in zona gialla attraverso linee guida molto stringenti, formulate dalle Regioni in accordo coi gestori e secondo le indicazioni degli stessi tecnici. Così come siamo stati noi presidenti a condividere di bloccare gli spostamenti tra regioni, anche in zona gialla, anche per le prossime settimane. Poi, in queste ore, abbiamo assistito ad un cambio repentino di orientamento da parte del Cts, che spiazza totalmente i gestori degli impianti e quanti avevano già prenotato".
"Non mi sono mai permesso di sindacare le misure per contenere i contagi, perché il contrasto dell'epidemia era e resta la priorità assoluta; ma cambiare le regole all'ultimo minuto, apprendendolo peraltro - annota Bonaccini - dalle agenzie di stampa, è un danno enorme per gli operatori economici, che hanno già visto saltare il grosso della stagione invernale e si erano preparati con pazienza e sacrificio alla giornata di domani".
"Le regole si rispettano, ci mancherebbe altro, ma ora servono subito aiuti economici concreti e immediati".