AGI - I test salivari molecolari sono efficaci per diagnosticare l'infezione da Covid. A provarlo uno studio condotto da ottobre a dicembre scorsi su oltre 5.500 dipendenti dell'Universita' di Padova, condotto dal professor Mario Plebani, Direttore del Dipartimento interaziendale di Medicina di Laboratorio.
Tutti i dipendenti con risultati positivi alla saliva sono stati sottoposti entro 24 ore al tampone nasofaringeo, e i test hanno avuto una concordanza nel 98% dei casi.
Nel complesso, sui dipendenti che hanno aderito al programma sono stati raccolti 19.850 campioni salivari che sono stati valutati con tecnica molecolare. Solo una piccola percentuale di dipendenti ha abbandonato il programma dopo la prima raccolta della saliva. I restanti 5350 hanno ripetuto il test della saliva da un minimo di 3 ad un massimo di 5 volte nel periodo di 11 settimane.
La saliva è stata auto-raccolta tramite un batuffolo di cotone masticato al risveglio del soggetto per almeno un minuto. Sono stati identificati otto punti di raccolta dotati di scatole per la consegna dei campioni. Una volta al giorno, le scatole sono state trasportate in laboratorio per l’esame molecolare. Nel lasso di tempo osservato sono stati identificati 62 campioni positivi, con una frequenza dello 0,31%.
"Entro 24 ore dal risultato positivo, è stato attivato il tracciamento dei contatti per dipendenti e studenti che frequentano lo stesso ambiente di lavoro – spiega Plebani - questa strategia ha permesso di identificare tre altri dipendenti positivi, che sono stati immediatamente isolati, impedendo così lo svilupparsi di focolai all’interno dell'Università.
Nello stesso lasso di tempo, 102 dipendenti hanno ricevuto diagnosi di infezione da Sars-CoV-2 da esame nasofaringeo eseguito alla comparsa di sintomi compatibili con infezione da Covid19 o in seguito a contatto con soggetti positivi".
L'incidenza complessiva tra i dipendenti universitari è risultata significativamente inferiore a quella dei dipendenti non sottoposti a sorveglianza (1,8% in confronto 6,1%) e ancora minore a quella della popolazione complessiva.
Lo studio, si spiega, "ha dimostrato come la saliva auto-raccolta permetta di superare il collo di bottiglia legato alla raccolta di campione nasofaringeo, procedura più invasiva, mantenendo l'accuratezza diagnostica".