AGI - Maxi-operazione antimafia in Sicilia: eseguiti 23 provvedimenti di fermo nell'ambito di un'inchiesta da cui è emerso Matteo Messina Denaro, il capomafia trapanese latitante da 28 anni, è ancora riconosciuto come l'unico boss cui spettano le decisioni su investiture o destituzioni dei vertici di Cosa nostra. I carabinieri del Ros hanno eseguito un decreto di fermo di indiziato di delitto emesso dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo, nei confronti degli indagati, ritenuti a vario titolo responsabili di associazione di tipo mafioso (Cosa nostra e Stidda), concorso esterno in associazione mafiosa, favoreggiamento personale, tentata estorsione ed altri reati aggravati, poiché commessi al fine di agevolare le attività delle associazioni mafiose.
In azione, nell'ambito dell'operazione denomina "Xydi", anche i carabinieri dei comandi provinciali di Agrigento, Trapani, Caltanissetta e Palermo, del XII Reggimento Sicilia, dello Squadrone eliportato Cacciatori Sicilia e del nono nucleo elicotteri.
Aggirato il 41 bis
Tra i destinatari dei provvedimenti ci sono sei capi Mafia, tre esponenti della Stidda e due esponenti delle forze dell'ordine, oltre allo stesso Matteo Messina Denaro e a un'avvocata. La mega indagine del Ros ha svelato come i boss, anche se ristretti al 41 bis, riescano a comunicare con l'esterno, a riorganizzare i clan, a tramare, a passarsi messaggi anche tra di loro attraverso una penalista dell'Agrigentino, divenuta - secondo quanto emerso dalle indagini - organizzatrice del mandamento mafioso di Canicatti', che utilizzava anche il proprio studio legale per i summit. L'inchiesta e' coordinata dal procuratore capo di Palermo, Francesco Lo Voi, dal procuratore aggiunto Paolo Guido e dai sostituti Calogero Ferrara, Gianluca De Leo e Claudio Camilleri. Contestati i reati di associazione mafiosa, concorso esterno in associazione mafiosa, favoreggiamento personale, tentata estorsione ed altri reati aggravati, poiché commessi al fine di agevolare le attività delle associazioni mafiose.