AGI - “Il tentativo è convertire il mio dolore in un atto di generosità a beneficio di chi soffre. Regalare libri ai malati di cancro”.
Per lo scrittore milanese Crocifisso Dentello, autore del fortunato ‘La Vita sconosciuta’ (La Nave di Teseo), la strada del lutto per la perdita della mamma Melina, avvenuta due mesi fa, è così impervia da richiedere “una via di fuga, qualcosa che possa pacificare la mia coscienza pensando al suo cuore nobile”. (AGI)
"Il suo cancro mi ha sbriciolato il cuore"
Un rapporto intenso, il loro. Mamma Melina, morta a 63 anni, e Crocifisso, 43, hanno sempre vissuto insieme, “lei era il mio centro affettivo di tutto, ancor più da quando si è ammalata, con tre recidive, e il cancro me l’ha fatta diventare ancora più cara, sbriciolando il mio cuore e facendola diventare ‘la mia bambina’ da accudire”. Ha lanciato nei giorni scorsi un appello su Facebook invitando i suoi contatti a donare dei libri, mandandoli all’indirizzo indicato sul social (via Jan Sibelius, 28 20162 Milano), che finiranno negli scaffali a disposizione dell’Istituto dei Tumori di Milano, dov’era in cura. Il giorno dopo sono arrivati i primi quattro, "ho pianto per due ore", dice. “Mi sarebbe piaciuta una sezione dedicata proprio a lei nel mio delirio di figlio, ma ovviamente non era possibile. Mi hanno spiegato però che sulla prima pagina posso 'timbrare' che è un regalo in memoria di mia mamma. Ho chiesto a chi dona di mettere nome e città di provenienza, per me è importante saperlo.
"Mi sono chiesto se amare troppo una sola persona fosse una colpa"
La speranza è che i malati oncologici vedano questo nome che in qualche modo desidero rappresenti una staffetta simbolica tra chi prenderà il libro in mano, cercando di dimenticare almeno per un po' le proprie sofferenze. Questo mi fa stare relativamente bene, esprimere solidarietà attraverso l’amore della mia vita, cioè i libri”.
Eppure a Dentello bambino le parole sono mancate: “Nell’infanzia e nell’adolescenza non parlavo, non avevo amici, poi mi sono sbloccato - racconta all'AGI -. Mia mamma era al centro di tutto, non ho avuto relazioni di coppia importanti, lei ha assorbito tutta la mia capacità di affetto e di amore, nonostante non sia mai stato un 'mammone', cioé dipendente dagli umori e dalle scelte di lei. Tra noi c’erano anche contrasti, discussioni feroci. Col cancro ho superato un tabù, ho dovuto conoscere il corpo di mia madre. Lavarla, accudirla. Queste sono cose che ti uniscono in un modo assoluto. Una volta su Facebook - ricorda - mi sono chiesto se amare troppo sia una colpa, concentrare troppo affetto solo verso una persona. Io ora ho un vuoto che non so descrivere perché non ci sarà mai più una persona in grado di volermi bene come mi voleva lei e io non saprò mai amare qualcuno come amavo lei. È come se avessi interrotto la mia capacità di amare, se fossi un pupazzo senza ventriloquo, afflosciato”.
Verranno altre parole oltre a quelle dei libri donati che leggeranno i pazienti. Lo annuncia Dentello: ”Sto scrivendo un memoir su mia madre, sarà il modo più importante per cercare di dare un senso anche se confesso che scrivere su di lei significa tornare anche su pezzi dolorosi della mia vita e non sarà una passeggiata”.