Silvia voleva lavorare con i disabili e voleva farlo in Sud America: ha trovato il suo posto a una manciata di km da Buenos Aires, in un paesino di campagna nato intorno ad una stazione ferroviaria. Sebastiano assiste gli anziani di una Rsa: il Covid è stata una bruttissima sorpresa, ma “non saranno certo le doppie paia di guanti o le doppie mascherine che mi faranno cambiare idea”. Angela assiste donne e minori in un Centro antiviolenza: “Finalmente non mi limito ad osservare e a lamentarmi, ma agisco per cambiare le cose”.
Silvia, Sebastiano, Angela: tre testimonianze, affidate alla rete, di una scelta tutt’altro che scontata, quella del Servizio civile universale. Scelta che presto sarà replicata da decine di migliaia di altri ragazzi come loro: i posti messi a bando prima di Natale sono 46.891, ma pochi giorni fa ne sono stati aggiunti per decreto altri 8.811, portando il totale a 55.702. “Il numero più alto degli ultimi dieci anni”, rivendica con orgoglio Vincenzo Spadafora, ministro delle Politiche giovanili.
Il termine ultimo per le domande scade alle 14 di lunedì 8 febbraio: sulla piattaforma online dedicata del sitowww.serviziocivile.gov.it i progetti tra cui scegliere, tra Italia ed estero, sono più di 3.500.
Che cos’è il servizio civile
Nasce nel 1972, come diritto all’obiezione di coscienza: alternativo alla leva e in quanto tale obbligatorio. Quasi trent’anni dopo, con la legge64 del 6 marzo 2001, viene istituito il Servizio civile nazionale su base volontaria, aperto anche alle donne: altri quattro anni e la naja finisce in soffitta. La crescita continua e nel 2017, con il decreto legislativo numero 40, il Servizio civile da nazionale diventa universale, con l’obiettivo di renderlo un’esperienza aperta a tutti i giovani che intendono farla. Viene prevista anche una “Giornata nazionale del Servizio civile universale”, fissata per il 15 dicembre di ogni anno, con l’idea di attribuire un riconoscimento ideale ad un impegno intriso – come recita l’ultimo spot istituzionale – di “solidarietà”, “coraggio” e “determinazione”.
Chi può partecipare
Bisogna avere un’età tra i 18 e i 28 anni, essere cittadino italiano o di uno degli altri Stati membri dell’Unione europea ovvero di un Paese extra Ue ma regolarmente soggiornante in Italia, non aver riportato condanne in Italia o all'estero, anche non definitive, alla pena della reclusione superiore ad un anno per un delitto non colposo o ad una pena anche inferiore per un delitto contro la persona.
Nel bando 2020 figurano anche progetti finanziati nell’ambito del Programma operativo nazionale – Iniziativa occupazione giovani (PON-IOG, cosiddetto “Garanzia Giovani”) e interamente dedicati a giovani neet (‘not in education, employment or training’ ovvero che non studiano, non lavorano e non seguono alcun percorso di formazione) residenti in Italia (ad eccezione della Provincia Autonoma di Bolzano) e progetti destinati esclusivamente a giovani disoccupati residenti in Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sicilia, Abruzzo, Molise o Sardegna. Possono ripresentare la domanda tutti quelli che, a causa dell’emergenza da Covid-19, hanno interrotto volontariamente il servizio o avuto il progetto sospeso.
Quanto dura
Il Servizio va dagli 8 ai 12 mesi: dipende dal progetto. Si tratta di 25 ore settimanali o di un monte ore che varia tra le 1.145 ore per i progetti di un anno e le 765 ore per i progetti di otto mesi. La data di avvio in servizio dei volontari – non oltre il settembre 2021 – viene stabilita per ciascun progetto tenendo conto di alcune variabili - procedure di selezione, compilazione ed esame delle graduatorie, etc - ed è pubblicata sul sito del Dipartimento per le Politiche giovanili e il Servizio civile universale.
È previsto un assegno di 439,50 euro mensili, a cui si somma un’indennità giornaliera se si partecipa ad un progetto all’estero o che prevede la misura aggiuntiva di un periodo da svolgersi in uno dei Paesi Ue. In considerazione dell’emergenza sanitaria, stavolta i colloqui di selezione potranno essere realizzati dalle Commissioni anche in modalità online, laddove non sussistano le condizioni per svolgere le prove in presenza: a parità di punteggio nelle graduatorie è preferito il candidato maggiore di età
I settori di interesse
Le ‘macroaree’ interessate sono sette: assistenza; protezione civile; patrimonio ambientale e riqualificazione urbana; patrimonio storico, artistico e culturale; educazione e promozione culturale, paesaggistica, ambientale, dello sport, del turismo sostenibile e sociale; agricoltura in zona di montagna, agricoltura sociale e biodiversità; promozione della pace tra i popoli, della non violenza e della difesa non armata, promozione e tutela dei diritti umani, cooperazione allo sviluppo, promozione della cultura italiana all’estero e sostegno alle comunità di italiani all’estero. Ciascuna di queste macroaree comprende al suo interno un ventaglio di opportunità ricchissimo: ognuno può trovare quella che gli appare più congeniale spulciando l’elenco allegato al bando, ma la ricerca è più semplice visitando il sito istituzionale, cliccando “Cerca il tuo progetto” in Italia o all’estero e attivando i filtri.
Oltre 3.500 progetti
Il bando in scadenza l’8 febbraio ne prevedeva complessivamente 2.814 (da realizzarsi tra il 2021 e il 2022) per 46.891 posti. Nel dettaglio, si tratta di 39.538 posti disponibili nei 2.319 progetti da realizzarsi in Italia e 605 per i 111 progetti all’estero, ai quali vanno aggiunti i 6.748 posti per 384 progetti da realizzarsi nei territori delle regioni che hanno aderito al programma PON-IOG “Garanzia giovani”. Ma come annunciato pochi giorni fa dal ministro Spadafora, oltre ai 46.891 posti programmati “sarà possibile finanziare ulteriori 159 programmi, per oltre 700 progetti e 8.811 posti aggiuntivi che integreranno il bando: una grande opportunità per tutte le ragazze e i ragazzi che scelgono di partecipare”.
Lunghissimo l’elenco degli enti pubblici e di quelli privati no profit che curano progetti di tutti i tipi: il Servizio civile può svolgersi votandosi agli altri - minori, anziani o persone in condizioni di disagio sociale, malati e affetti da dipendenze, donne vittime di violenza, detenuti, migranti – o all’ambiente; lavorando alla tutela e alla valorizzazione di musei, biblioteche e centri storici o facendo tutoraggio scolastico; faticando in un campo coltivato o in un laboratorio di cinema, teatro o fotografia. C’è chi il suo periodo di Servizio civile lo passerà in una grande città e chi in un borgo sperduto di montagna, chi in una periferia italiana e chi in un villaggio africano o sudamericano, chi tra le stanzette di un ospizio e chi tra le sale di un castello da recuperare. Ma tutti, nessuno escluso, alla fine avranno avuto una chance per crescere: umanamente e professionalmente.