AGI - Molte proteste per rientrare in classe, poche per continuare con la didattica a distanza. Aperture, nuove chiusure, aperture su decisione dei Tar e del Consiglio di Stato, nuove ordinanze dei governatori.
Anche dopo il parere del Comitato tecnico scientifico, che domenica 17 gennaio ha dato il via libera al rientro nelle aule al 50% e fino ad un massimo del 75%, continua sotto il segno del caos il ritorno del mondo della scuola verso la normalità, soprattutto per quanto riguarda gli studenti degli istituti superiori di secondo grado.
La situazione regione per regione
Da lunedì 18 gennaio, comunque, si torna in classe nelle superiori, e nei limiti consentiti, nelle regioni Lazio, Piemonte, Molise ed Emilia Romagna (in quest'ultima regione su decisione del Tribunale amministrativo regionale).
Queste quattro regioni si aggiungono a Toscana, Abruzzo e Valle d'Aosta che, come da indicazioni del governo, avevano dato il via libera alla presenza al 50% l'11 gennaio scorso, e all'Alto Adige, che in pratica aveva fatto da regione apripista (con tutte le scuole) già da martedì 7 gennaio. Stessa cosa in Trentino.
Lunedì 18, in realtà, si doveva tornare in classe anche in Lombardia e Sicilia. Essendo state, però, dichiarate regioni in zona rossa, le superiori continueranno con la didattica a distanza.
E se da un lato il governatore siciliano Musumeci, allarmato dai continui aumenti dei contagi, dichiara anche di essere pronto a chiudere anche le scuole dell'infanzia, le elementari e le medie, in Lombardia continuano le proteste degli studenti, ma anche dei loro genitori e dei docenti, anche con simboliche occupazioni degli istituti, in particolare nella città di Milano, per tornare il prima possibile alle lezioni in presenza.
Classificata zona rossa dal governo, come Lombardia e Sicilia, la provincia autonoma di Bolzano ha deciso di proseguire la strada dell'autonomia e si auto-classifica zona gialla. La campanella delle superiori, suonata già il 7 gennaio, continuerà a suonare per 8.149 studenti riferiti ai tre gruppi linguistici (italiano, tedesco e ladino), con una presenza in classe minima del 50% fino ad un massimo del 75%.
Gli studenti sono ritornati in aula a giorni alterni e con ingressi all’interno dell’edificio scolastico scaglionati. La Provincia autonoma di Bolzano ma anche il Comune di Bolzano hanno potenziato le corse giornaliere sia degli autobus sul territorio che quelli cittadini. Si parla di quasi 380 corse in più e 180 bus aggiuntivi.
Nei giorni scorsi erano entrati in azione, in alcune scuole di Bolzano. squadre di cani anti-Covid-19 per individuare casi annusando le mascherine lasciate dagli studenti all’interno di vaschette di cartone.
Per quanto riguarda le altre regioni, in Liguria e Umbria si riapre il 25 gennaio; stessa data, ancora però in attesa delle decisioni ufficiali dei governatori, per Campania e Puglia.
La campanella degli istituti superiori di secondo grado tornerà a suonare, sempre con il massimo del 50% di presenza e senza nuove ordinanze dei presidenti di Regione, solo dal primo febbraio in Friuli Venezia Giulia, Veneto, Marche, Sardegna, Calabria e Basilicata.