AGI - C’è un ospedale virtuale ‘progettato’ dall’Università Statale di Milano che ha già curato da marzo a ora 23mila pazienti. Vi si accede tramite un messaggino sul proprio telefono e, riferisce all’AGI Gian Vincenzo Zuccotti, preside della facoltà di Medicina, chi ha varcato queste pareti ‘digitali’ “non tornerebbe più indietro”.
Nato per malati Covid, poi sono arrivati gli 'altri'
“L’impegno è nato a marzo – racconta il docente ideatore di COD20 – quando è iniziata la pandemia, gli ospedali erano in difficoltà e l’assistenza sul territorio era ‘saltata’. Con un centinaio di specializzandi abbiamo deciso di lanciare questa piattaforma per aiutare chi era rimasto senza riferimenti”.
La differenza con la telemedicina dedicata a un singolo paziente è che qui viene messa a disposizione una piattaforma, creata dal partner tecnologico Link UP, che prende in carico il malato e consente una triangolazione tra lui, il medico di base e lo specialista in ambulatorio. All’inizio i pazienti erano soprattutto i malati di Covid, poi sono diventati per lo più persone con altre patologie ‘trascurate’ a causa del virus perché il sistema sanitario si è ingolfato.
"Pronti a donarlo gratuitamente"
“Ci sono alcune Asst (aziende sanitarie socioterritoriali) che manifestano l’interesse e la volontà di utilizzare questa piattaforma, già adottata dall’Asst Fatebenefratelli Sacco e dal’Asst della Valtellina e dell’Alto Lario - continua Zuccotti -. Siamo disposti a donarlo gratuitamente a tutte le realtà pubbliche che lo vorranno. Ogni ospedale potrà sviluppare il proprio ospedale virtuale coi propri ambulatori e l’elenco degli specialisti che saranno coinvolti". All'iniziativa si accede mediante il proprio medico di famiglia (tutti sono stati informati dell'esistenza della piattaforma).
“Clicchi con un bottone e si avvia automaticamente l’ospedale virtuale – spiega Marco Frontini, Ceo di Link UP –. Si tratta di una piattaforma di telemedicina umanizzata, in cui il rapporto tra medico e paziente non viene mai meno ed è anzi uno dei principi alla base della sua organizzazione. La piattaforma è inoltre pensata per essere facilmente integrata nei sistemi ospedalieri già esistenti e col sistema regionale”.