AGI - Un allenatore di una squadra di calcio femminile sospeso nove mesi dalla giustizia sportiva per insulti alle proprie giocatrici per “motivi legati all’orientamento sessuale e all’aspetto fisico”, ma assolto da altre e più gravi accuse, tra cui quella di molestie. In relazione a queste ultime, la Procura Federale si è ‘dimenticata’, come mostrano i documenti letti dall’AGI, di allegare le possibili prove nel primo grado per motivi non noti.
La vicenda, che domani verrà analizzata dalla Corte d’Appello Federale e nasce dalla lettera di un genitore alla Federazione, è quella di Giuseppe Maurizio Fossati, mister nella stagione 2019/20 e in quella precedente della Novese Calcio, squadra di Novi Ligure, provincia di Alessandria, che militava in serie C e poi B.
Il 4 dicembre 2020, viene ritenuto responsabile dalla Commissione Disciplinare, il primo organo di giudizio, in quanto si ritiene “ampiamente comprovato” che “in svariate situazioni” abbia “tenuto comportamenti denigratori” con frasi come ‘siete qua per leccare la f…’, ‘sei grassa come un maiale’, ‘ma dove vai che pesi cento chili’. Quanto agli altri capi d’incolpazione, la Commissione fa notare che non sono provate le accuse evidenziando tuttavia che “manca il materiale probatorio relativo a tali addebiti” a cui si fa cenno nel deferimento.
La sentenza di primo grado, "le fonti di prova non sono state allegate"
In particolare, Fossati era accusato di avere tentato di baciare una giocatrice e di averla perseguitata con messaggi e foto intime carpite di nascosto a lei e a una compagna di squadra in seguito al diniego alle sue avances.
Nel corso delle indagini seguite alla denuncia del genitore – questo è il punto ‘misterioso’ della storia - l’incaricato della Procura Federale Alessandro Cona e il procuratore aggiunto Carlo Lolli Piccolomini hanno acquisito alcuni screenshot di messaggi delle giocatrici e alcune foto inviate da Fossati a una di loro.
Secondo la ricostruzione di fonti coinvolte nel caso, i due hanno inviato il materiale probatorio al sostituto procuratore Paolo Mormando che ha scritto l’atto di deferimento alla Commissione disciplinare del settore tecnico della Figc, citando esplicitamente questi possibili riscontri probatori. A pagina 4 del deferimento, si legge che la ragazza che sarebbe stata molestata e stalkerizzata ha prodotto “una foto delle sua gambe fatta da Fossati e quella di una sua compagna di squadra in abbigliamento intimo, entrambe inviatele dall’allenatore. Inoltre ha prodotto altre foto di donne in abbigliamento intimo che l’allenatore le inviava e i messaggi che l’allenatore le scriveva su whatsapp”.
Ma dalla motivazione della sentenza di ‘primo grado’ emerge che queste fonti di prova non sono state allegate, come conferma la stessa Procura Federale alla Commissione disciplinare: “Risulta effettivamente che agli atti del fascicolo d’indagine sono presenti, a supporto delle incolpazioni formulate nei confronti di Fossati, solo i verbali delle audizioni svolte dalla Procura Federale e una registrazione audio di una telefonata tra il deferito e il padre di una calciatrice”.
I genitori di 8 calciatrici, delusi dal silenzio delle istituzioni del calcio
Interpellato dall’AGI sulla ragione della dimenticanza, il procuratore Lolli Piccolomini ha risposto che “quale rappresentante di un organo di giustizia, come da regolamento della Figc, commetterei una violazione divulgando qualsiasi notizia in ordine a un procedimento in itinere”. Nella motivazione della Commissione si legge anche che le dichiarazioni della calciatrice presunta vittima “si rivelano in alcuni casi poco chiare”.
Daniela Simonetti di ‘Change the game’, associazione a cui si sono rivolti i genitori “delusi dal silenzio della Ficg e dell’associazione calciatori", afferma che “le otto ragazze che hanno testimoniato possono andare a testa alta ed essere fiere di loro stesse: la questione femminile nel calcio può essere affrontata anche grazie a loro” e osserva che “la Commissione disciplinare della Figc “non ha tenuto conto degli orientamenti della Cassazione secondo la quale in questi casi non vale ‘la mia parola contro la tua’ perché le parole delle vittime di abusi sessuali hanno maggiore dignità”.
Domani parte il giudizio di secondo grado davanti alla Corte Federale d’Appello: Fossati, che ha sempre respinto gli addebiti, conta di essere assolto da tutte le accuse, i genitori di alcune delle 8 calciatrici coinvolte come testimoni, puntano alla condanna anche per le accuse da cui è uscito innocente.
Bisognerà capire se e in qualo modo possano rientrare le presunte prove sparite. Nel frattempo, i genitori fanno notare che sul sito www.calciodonne, per il quale collaborava anche Fossati, sono stati pubblicati gli atti del procedimento coi nomi anche della calciatrici minorenni.
Nessuna di quelle ragazze gioca più nella Novese che ha anche cambiato nome e si chiama ora Nuova Novese.