(AGI) – Una leggenda, tante storie, qualche avvistamento sporadico negli anni, ma nessuna certezza. Che il lupo abitasse nel massiccio montuoso del Taburno era poco più di una di una favola, o una news di facile imbastitura per spiegare il ritrovamento di qualche pecora sbranata. Ma oggi c’è la certezza che un branco di questi animali viva stabilmente nei boschi di quel massiccio.
L'importanza delle fototrappole
Sono state le fototrappole installate nell’ambito di un progetto di conservazione della biodiversità, 'Sve(g)liamo la Dormiente'. Un programma avviato nella primavera del 2019, sostenuto da Fondazione con il Sud e promosso dall’Associazione Wwf Sannio, con Ente Parco Regionale del Taburno – Camposauro, Achab Med Srl, Asoim onlus, associazione Terra e Radici, Giardino Oltremodo Botanico onlus, Gramigna organizzazione di volontariato, Lutria snc Wildlife Research and Consulting, Regione Campania - Direzione Generale per le Politiche Agricole, Alimentari e Forestali e l'università di Napoli Federico II - Dipartimento di Agraria. Il rilevamento della presenza dei lupi è stato quasi accidentale.
“Non era uno dei nostri obiettivi – spiega all’AGI la zoologa Romina Fusilli che, con il collega Manlio Marcelli per Lutria, sta sviluppando la ricerca – avevamo basato lo studio sulla martora e sul gatto selvatico, perché consideravamo la presenza del lupo sporadica. Gli avvistamenti che ci sono stati in passato testimoniavano più che altro il passaggio di elementi usciti da un branco, in dispersione, che si spostano da un’area all’altra in cerca di territori migliori”.
L'avvistamento della 'famiglia'
E invece le 38 fototrappole disseminate tra i faggeti del Taburno hanno 'catturato' una coppia e due giovani esemplari. “Sono due ‘cuccioloni’, due animali di circa un anno - spiega la zoologa - una ‘famiglia’, comunque un branco che vive stabilmente. Quella del lupo era sicuramente una specie che volevamo monitorare, ma non essendoci studi sistematici non potevamo sapere quale fosse la situazione. Questo rilevamento è sicuramente la novità interessante”.
Alle fototrappole già presenti presto se ne aggiungeranno altre. “Abbiamo intenzione di estenderci sicuramente oltre il parco. Anche perché il progetto non si limita all’osservazione, opera su vari fronti”, anticipa Fusillo. I dati raccolti dai due zoologi confluiranno nel monitoraggio nazionale del lupo avviato da Ispra su mandato del Ministero dell'Ambiente. Le nuove informazioni acquisite aggiungono un tassello significativo alla conoscenza della distribuzione del lupo e possono contribuire a migliorare la stima del numero di esemplari presenti in Appennino meridionale.