AGI - Un “ecomostro diffuso”, così lo hanno definito gli inquirenti, composto da 71 immobili costruiti in piena zona demaniale, in uno degli scorci più belli e suggestivi della costa ionica catanzarese. L’operazione “Sea View” ha portato stamane al sequestro degli immobili e all’emissione di 67 avvisi di garanzia nei confronti di persone ritenute responsabili dei reati di impedimento dell’uso pubblico di spazio demaniale e invasione di terreni pubblici.
L’indagine ha riguardato il territorio di Stalettì, e in particolare la zona di località Caminia, zona balneare frequentata dalla Catanzaro bene nei mesi estivi, ed è stata portata a termine dalla Guardia Costiera dell’Ufficio Circondariale Marittimo di Soverato e della Sezione di Polizia Giudiziaria - Aliquota Carabinieri della Procura della Repubblica di Catanzaro, con il supporto dei Carabinieri della Compagnia di Soverato. Il provvedimento di sequestro preventivo è stato emesso dal Gip del Tribunale di Catanzaro su richiesta della locale Procura.
Gli accertamenti hanno interessato quello che è stato definito un “complesso residenziale di fatto”, oltre a un parcheggio, tutto sottoposto a vincolo paesaggistico, oggetto in passato di specifici contenziosi in sede giudiziaria. L’area interessata è situata in contrada Panaja - Caminia, in una fascia di terra compresa tra la spiaggia e la sede della linea ferroviaria Taranto-Reggio Calabria per una estensione complessiva di circa 5.700 metri quadri. Un’area che in passato era stata di proprietà del Comune, ma che nel 1876 era divenuta proprietà demaniale a seguito di un provvedimento di esproprio da parte dell’allora Società delle Strade Ferrate per il Mediterraneo che aveva acquisito tuttala fascia a ridosso del mare necessaria per la realizzazione dell’attuale linea ferroviaria.
A partire, soprattutto, dalla fine degli anni ’60 la superficie demaniale, complice la particolare bellezza del luogo e la sua vocazione turistica, è stata interessata dalla costruzione di 61 manufatti abitativi, di varie dimensioni, adibiti a civili abitazioni soprattutto destinate a seconde case per la villeggiatura estiva. Come hanno riscontrato gli accertamenti disposti dalla Procura della Repubblica di Catanzaro, le costruzioni sono state realizzate da parte di privati cittadini che non hanno mai posseduto alcun titolo concessorio, né tantomeno autorizzazioni edilizie. Peraltro, nel Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico Regionale è emerso che l’area è caratterizzata da livelli di rischi e pericoli connessi all’erosione costiera, frana, alluvione e inondazione.
Accertata la natura demaniale del terreno interessato, anche con una sentenza del 2016 della Corte di Cassazione legata al contenzioso che ha interessato alcuni indagati, è stato necessario procedere al sequestro di tutti i 61 edifici al fine di bloccare il protrarsi del reato di impedimento dell’uso pubblico di spazio demaniale previsto dall’articolo 1161 del codice di navigazione. Gli edifici interessati dal provvedimento dopo il sequestro verranno affidati in custodia all’Ufficio demaniale competente. Le abitazioni dovranno essere sgomberate dai proprietari entro 90 giorni.