AGI - “Un cane dalmata di peluche perché non posso averne uno vero” o “un cellulare perché non posso permettermelo”, “uno slittino di Frozen per essere la regina dei ghiacci” o “un albero di Natale nuovo”. Sono alcune delle letterine indirizzate a Babbo Natale giunte nella cassetta dello 'Spaccio di cultura – Portineria di comunità', l’iniziativa realizzata dalla Rete Italiana di cultura popolare, in una ex edicola nel quartiere di Porta Palazzo a Torino, e trasformata in questi giorni nella 'Casa degli Elfi'.
Commercianti e biblioteche in rete
“Un’iniziativa legata a questo luogo diventato da un po’ di tempo simbolico per la città – spiega Antonio Damasco direttore della Rete Italia di cultura popolare – un’ex edicola diventata una portineria di comunità che in pochi mesi ha realizzato 300 servizi di prossimità, andando a fare la spesa per chi ne aveva bisogno, mettendo in rete artigiani con un Gruppo di acquisto solidale, commercianti, biblioteche. Servizi offerti da volontari ma anche da ‘portinai’ tutti messi a libro paga.
L'idea partita da una 'scuola di portineria'
Stiamo trovando più modalità possibili per fare sì che la parte più fragile di questo pezzo di Torino torni ad avere un suo riconoscimento”. “In questa nostra attività – racconta ancora Damasco – abbiamo trovato tante famiglie in difficoltà, abbiamo ideato una ‘Scuola di portineria’ dove tutti giorni aiutiamo online più di 35 bambini, spesso anche di famiglie migranti, o bimbi soli”. E da lì è partita l’idea di chiederci: ma per questi bambini cosa succederà a Natale? Già hanno avuto un anno molto difficile, sono quelli che pagano il prezzo più alto. Cosa possiamo fare? Intanto, abbiamo deciso, diamo a tutti la possibilità di portarci le loro letterine, a ognuno risponderemo e daremo a tutti un piccolo dono.
Per alcuni di loro poi che fanno riferimento alle fragilità delle famiglie che conosciamo abbiamo aperto una campagna di donazione su ‘www.spacciocultura.it” proprio per esaudire i desideri dei bimbi. E nella letterina che sarà unita al dono accanto a Babbo Natale ci sarà il nome della persona che ha contribuito a fare questo regalo. Un modo per fare capire ad ogni bambino che c’è una comunità che si prenderà cura di lui”. “Al momento abbiamo ricevuto più mail che lettere. L’iniziativa è partita due giorni fa, sono già arrivate anche molte donazioni in denaro con cui abbiamo acquistato i primi doni. Stanno arrivando sia le donazioni che le lettere. La risposta alla nostra iniziativa, insomma, c’è”.
Molti chiedono giocattoli, altri di rivedere i compagni
Tra le richieste dei bimbi, conclude Damasco, “la maggioranza riguardano giocattoli, come peluche, pattini, bici, giochi elettronici ma quello che mi ha colpito di più è che molti chiedono a Babbo Natale di tornare il prossimo 7 gennaio ad incontrare i propri compagni. Una mancanza che tutti hanno davvero patito tanto”.