AGI - “Sull’allentamento delle misure del 29 novembre, deciso sulla base dei criteri del Dpcm del 3 novembre, pesa di fatto solo la riduzione dell’indice Rt, visto che tutti gli altri indicatori sono peggiorati rispetto al 6 novembre, tranne rare eccezioni”. È quanto evidenzia il monitoraggio della Fondazione Gimbe sottolineando che “le misure di contenimento differenziate sembrano funzionare in relazione a intensità e durata, ma alcuni miglioramenti sono enfatizzati da ritardi di notifica e dati incompleti”.
“La nostra analisi – ha dichiarato Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione Gimbe – conferma che, Rt a parte, non si intravedono risultati tangibili a 3 settimane dall’introduzione delle misure. Inoltre, suggerisce che sbiadire troppo presto il colore delle Regioni rischia di determinare una risalita prima dell’indice Rt, poi della curva epidemica e quindi dei tassi di ospedalizzazione. In altre parole, con la circolazione del virus ancora troppo elevata per riprendere un efficace contact tracing e con la pressione sugli ospedali molto alta, i primi timidi segnali di miglioramento rischiano di essere vanificati dall’allentamento delle misure”.
Questa la rilevazione della Fondazione Gimbe sull’indice di contagio Rt nella settimana tra il 16 e il 22 novembre: Abruzzo – 0,40%; Basilicata -0,30; Calabria -0,40; Campania -0,60; Emilia Romagna -0,46; Friuli Venezia Giulia -0,47; Lazio -0,31; Liguria -0,58; Lombardia -0,81; marche -0,05; Molise -0,46; Piemonte -0,85; Bolzano -0,66; Trento -0,67; Puglia -0,53; Sardegna -0,40; Sicilia -0,22; Toscana -0,16; Umbria -0,66; Valle d’Aosta -0,42; Veneto -0,35.
"L’entità del miglioramento di alcuni parametri – ha spiegato il presidente di Gimbe, Nino Cartabellotta – è peraltro sovrastimata sia da ritardi di notifica e completezza dei dati comunicati dalle Regioni, sia da alcuni fattori di non sempre chiara interpretazione. Diminuzione dei casi testati e limitata esecuzione del tampone nei contatti di positivi, con conseguente riduzione dell’incidenza di nuovi casi; ritardo di comunicazione delle date di diagnosi, prelievo e inizio sintomi, che abbassano il valore dell’indice Rt; conversione di posti letto di area medica destinati a pazienti affetti da altre patologie, con conseguente riduzione del tasso di occupazione ospedaliera".