AGI - Undici ospedali e quattro istituti di ricovero e cura lombardi sono pronti a stoccare il vaccino anti-Covid ma il rischio è che la ‘macchina’ che dovrebbe gestire l’antidoto dall’inizio del prossimo anno potrebbe partire in ritardo.
"Non sappiamo come stoccarlo"
Contattata dall’AGI una delle Ats coinvolte, quella di Melegnano, fa sapere che “aspettiamo di capire che tipo di vaccino arriverà per capire come stoccarlo”. Situazione analoga a quella di tutte le Ats e le Asst, gli avamposti territoriali della sanità lombarda, che, di fatto, finché non verranno a conoscenza di questo dettaglio determinante dalla Regione che, a sua volta, lo deve sapere dal Governo, hanno le mani legate non sapendo, per esempio, che tipo di celle frigorifere debbano essere utilizzate.
Il carteggio ministero-Regione
Nei giorni scorsi, il tgLa7 ha svelato l’esistenza di un carteggio tra Ministro della Salute e Palazzo Lombardia in cui il primo, il 12 novembre, chiedeva informazioni sullo stoccaggio e la conservazione del vaccino nel territorio più colpito dalla pandemia. La Regione,
attraverso il direttore generale Marco Trivelli, ha risposto il 19, in questo documento letto dall’AGI, che “sono state avviate valutazioni e richieste di disponibilità verso i vari enti sanitari pubblici e privati con l’individuazione delle strutture e le associazioni di categoria (Confindustria e attività della filiera dei trasporti e dello stoccaggio)”. E, in allegato alla risposta, ha inviato una scheda su un foglio excel contenente l’elenco degli enti preposti e le caratteristiche tecniche delle strutture messe a disposizione.
Al momento, questo viene confermato da fonti della Regione, non è dato sapere quale vaccino, tra quelli che a breve dovrebbero essere disponibili, dovrà essere stoccato. Impossibile quindi stabilire l’ingombro, le dimensioni e quanti vaccini dovrebbero contenere i frigoriferi, se ci fosse bisogno di conservarli a basse temperature, senza sapere se toccherà al vaccino prodotto da Pfizer, come probabile, o ad altri.